Truffa sulle borse di studio a Torino: coinvolti 80 studenti stranieri

Falsi contratti d'affitto e indebiti benefici economici: scoperta una frode da oltre mezzo milione di euro ai danni dell'Edisu Piemonte.

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A Torino, l’operazione “Fake Home” ha portato alla luce una truffa che ha sottratto oltre 513.000 euro all’Edisu Piemonte, l’Ente per il diritto allo studio universitario. Coinvolti 80 studenti stranieri, accusati di aver ottenuto borse di studio senza possedere i requisiti previsti. Le prime vittime di questa truffa sono proprio gli studenti realmente bisognosi, privati ​​di risorse fondamentali.

Truffa a Torino: il meccanismo dei falsi contratti

L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Torino, si è concentrata su contratti di affitto irregolari. Un cittadino ucraino di 37 anni avrebbe falsificato decine di contratti, dichiarando la presenza di studenti stranieri nei suoi appartamenti, in realtà occupati da altre persone. Gli studenti, grazie a queste autocertificazioni fasulle, hanno potuto accedere ai benefici economici legati alle borse di studio.

Complicità e passaparola nelle chat universitarie

Gli studenti coinvolti avrebbero dovuto pagare tra i 500 e i 600 euro per ottenere contratti d’affitto fittizi, spesso senza rendere conto dell’illegalità del sistema. Il fenomeno si diffondeva attraverso passaparola e chat universitarie. Anche un secondo proprietario italiano è stato individuato, accusato di aver facilitato la frode per tre studenti stranieri.

Torino: le conseguenze legali e amministrative della truffa

L’operazione si è conclusa con 26 persone denunciate, tra cui studenti, proprietari e un intermediario. Inoltre, 47 studenti sono stati sanzionati amministrativamente per un totale di oltre 400.000 euro. L’Edisu ha già richiesto la restituzione di oltre 323.000 euro e bloccato ulteriori erogazioni indebite.

Le dichiarazioni della Ministra dell’Università

La ministra Anna Maria Bernini ha commentato l’operazione, sottolineando l’importanza di garantire che le risorse pubbliche vadano a chi ne ha realmente bisogno. “Il vero diritto allo studio deve andare di pari passo con la legalità”, ha affermato, ringraziando la Guardia di Finanza per il lavoro svolto.

Prevenzione e tutela del diritto allo studio

Il caso mette in evidenza l’urgenza di misure attuative di prevenzione contro le frodi nelle borse di studio, rafforzando i controlli e promuovendo la trasparenza. Solo così sarà possibile proteggere gli studenti meritevoli e in difficoltà, assicurando che le risorse pubbliche siano destinate a chi ne ha veramente diritto.