Tragedia a Ripaberarda: una donna uccisa dal marito, figli presenti

Femminicidio nell'ascolano a Ripaberarda, uccide la moglie a coltellate. L'uomo ha poi tentato il suicido. In casa anche i figli

Ripaberarda

Un’altra vita spezzata dalla violenza domestica a Ripaberarda.

Ripaberarda, una piccola frazione in provincia di Ascoli Piceno, si è svegliata oggi con una tragedia che lascia sgomento e dolore. Un uomo ha ucciso la moglie a coltellate e successivamente ha tentato il suicidio. Il dramma si è consumato questa mattina, poco prima delle 7, nella loro abitazione, dove erano presenti anche i figli della coppia, testimoni involontari di un atto che segnerà per sempre le loro vite.

L’uomo, un cittadino italiano, è stato soccorso e ricoverato in ospedale. La donna, invece, non ce l’ha fatta: le ferite riportate si sono rivelate fatali. Ancora ignote le cause della lite che ha scatenato l’ennesimo femminicidio. Queste continue aggressioni sono una piaga sociale che continua a mietere vittime. Sul caso indagano i carabinieri della stazione locale, con il supporto del comando provinciale di Ascoli Piceno.

Ripaberarda: una riflessione necessaria

Il femminicidio di Ripaberarda non è un episodio isolato, ma un tassello di una realtà drammatica che colpisce il nostro Paese: in Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa per mano di un uomo. Le mura domestiche, che dovrebbero essere un rifugio sicuro, si trasformano troppo spesso in un luogo di pericolo.

La Conferenza delle Donne Democratiche delle Marche ha espresso “profonda tristezza e indignazione”, ricordando come la violenza contro le donne sia un fenomeno strutturale, radicato in tutte le fasce sociali e culturali. “Non possiamo limitarci alla repressione e alle pene severe – sottolinea la Portavoce Luisa Cecarini – ma dobbiamo intervenire attraverso l’educazione. È fondamentale promuovere nelle scuole programmi di educazione all’affettività e al rispetto delle diversità. Bisogna garantire sostegno concreto alle vittime attraverso centri antiviolenza e strumenti come il reddito di libertà”.

Un impegno che deve essere collettivo

L’indignazione e il dolore devono trasformarsi in azioni concrete. I rappresentanti del Partito Democratico delle Marche hanno ribadito l’importanza della solidarietà femminile e del sostegno istituzionale, specialmente in realtà più piccole e comunità coese come quella di Ripaberarda. “Dobbiamo fare di più per prevenire queste tragedie – ha dichiarato Valentina Bellini, Portavoce provinciale delle Donne Democratiche – il nostro impegno non può limitarsi al 25 novembre, ma deve essere costante e quotidiano”.

Sara Calisti, delegata della Conferenza, ha aggiunto: “Quando accadono episodi simili, ci si sente sopraffatti dalla sensazione di non aver fatto abbastanza. È necessario lavorare per creare una rete di supporto che intercetti situazioni di rischio prima che degenerino”.

Una lotta che riguarda tutti

La Segretaria regionale del Partito Democratico, Chantal Bomprezzi, ha evidenziato come il problema della violenza contro le donne sia radicato nel tessuto sociale stesso: “Non possiamo ignorare che anche in questo caso l’omicida è un cittadino italiano. La violenza contro le donne richiede un cambiamento culturale profondo, che coinvolga tutti, senza distinzione”.

Ripaberarda oggi piange una donna, una moglie, una madre, vittima di una violenza che si sarebbe potuta prevenire. Che questa tragedia non sia solo un altro dato in una statistica terribile, ma un monitor per la società intera: è tempo di agire, insieme.