Ieri, Piazza San Babila a Milano si è animata di solidarietà verso la comunità georgiana, diventando teatro di una mobilitazione a sostegno della sua battaglia per la democrazia e l’integrazione europea. Oltre 200 persone si sono riunite in una manifestazione promossa dalla comunità georgiana, Europa Radicale e Ponte Atlantico, unite da un grido comune di libertà e giustizia per un Paese che si trova sempre più in bilico tra Europa e Russia.
La miccia che ha acceso questa mobilitazione è stata l’elezione di Mikhail Kavelashvili come presidente della Georgia da parte di 224 deputati su 300 in un Parlamento definito illegittimo dall’opposizione e da osservatori internazionali. Kavelashvili, ex calciatore e figura vicina al Cremlino, rappresenta per molti un passo indietro rispetto alle aspirazioni europee della Georgia. Critico verso l’Occidente, nel 2023 aveva sostenuto una controversa legge sugli “agenti stranieri”, provocando tensioni con l’Unione Europea e sollevando dubbi sulla direzione politica del Paese.
“La presidente democratica ed europeista Salomé Zourabichvili ha dichiarato illegittime queste elezioni e ha deciso di rimanere al suo posto. Gli osservatori internazionali hanno confermato brogli, e noi non possiamo rimanere indifferenti”, ha dichiarato Federica Valcauda di Europa Radicale durante la manifestazione. Accanto a lei, Igor Boni ha sottolineato due richieste fondamentali: il non riconoscimento del governo Kavelashvili da parte dell’Italia e il supporto del nostro Paese, tramite il Ministro degli Esteri Tajani, per nuove elezioni supervisionate dall’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa).
Le parole di Valcauda e Boni sono state accompagnate da interventi di diverse figure politiche e associazioni presenti: Benedetto Della Vedova (+Europa), Ivan Scalfarotto (Italia Viva), e i saluti inviati da Marco Osnato (Fratelli d’Italia), Lia Quartapelle e Pierfrancesco Maran (Partito Democratico). Numerose associazioni, tra cui l’UAA.Mi, l’Associazione Enzo Tortora Radicali Milano, e i Giovani Democratici, hanno mostrato il loro sostegno.
La Georgia, che aveva iniziato i negoziati per entrare nell’Unione Europea, si trova oggi davanti a un bivio cruciale. L’elezione di Kavelashvili, sostenitore di politiche filorusse e critico verso l’opposizione, è vista da molti come un segnale preoccupante di un avvicinamento a Mosca. Le sue dichiarazioni contro il “copiare l’Occidente” e l’accusa all’opposizione di voler “ucrainizzare” la Georgia hanno sollevato timori sulla perdita di libertà fondamentali.
“La Georgia deve rimanere una nazione democratica e indipendente, non un satellite della Russia”, ha ribadito un membro della comunità georgiana presente in piazza. “Questo è il momento in cui l’Europa deve dimostrare che i valori di libertà e democrazia valgono per tutti”.
L’appello lanciato ieri a Milano mira a coinvolgere non solo l’Italia, ma l’intera Unione Europea, affinché si opponga a quello che molti vedono come un colpo di mano orchestrato dal partito Sogno Georgiano. L’obiettivo è chiaro: pressioni diplomatiche per il non riconoscimento del governo Kavelashvili e l’organizzazione di elezioni trasparenti con supervisione internazionale.
Mentre Piazza San Babila si svuotava, restava un messaggio forte e chiaro: il futuro della Georgia non riguarda solo i georgiani, ma anche l’Europa intera. Ignorare questa crisi significa voltare le spalle a chi lotta per valori condivisi, aprendo la strada a un’ulteriore espansione dell’influenza russa in una regione strategicamente cruciale.
In un momento storico così delicato, la mobilitazione di ieri non è solo un atto di solidarietà, ma un richiamo urgente all’azione politica. “Viva la Georgia europea” hanno gridato i presenti. E quel grido, ora, chiede di essere ascoltato.