Assicurazioni sanitarie: il simbolo di un sistema americano fallimentare

Perché gli americani odiano le assicurazioni sanitarie? I numeri di un sistema che non funziona

assicurazioni sanitarie

La UnitedHealthcare compagnia di assicurazioni sanitarie, su Facebook esprimeva il suo dolore per l’uccisione del manager, ma ha raccolto in poche ore oltre 80mila “faccine gioiose”. Questi alcuni dei commenti: “Spero che facciano pagare alla sua famiglia il viaggio in ambulanza in questo momento difficile”, “Nessuna compassione e i suoi milioni di dollari ora non hanno più nessun valore”, “Sembra che quanto accaduto sia correlato alla condizione preesistente di essere uno stronzo amorale”. “Pensieri e franchigie alla famiglia”, si leggeva invece in una reazione ad un post della Cnn in cui veniva descritto l’accaduto. “Compassione negata”, spiegava un’altra, “finché non verrà prodotta la documentazione che stabilisca che i fori dei proiettili non erano una condizione preesistente”.

L’assassinio di Bryan Thompson, amministratore delegato di UnitedHealthcare, ha scatenato reazioni sorprendenti: anziché condanne unanimi, la sua morte ha generato un’ondata di commenti sarcastici e gioiosi sui social. Ma cosa c’è dietro questo odio diffuso?

Assicurazioni sanitarie: un sistema insostenibile

Negli Stati Uniti, il sistema sanitario poggerebbe in gran parte su assicurazioni private. Questo significa che l’accesso a cure mediche spesso dipende dalla capacità di pagare premi assicurativi e di navigare in un complesso labirinto burocratico. Eppure, nonostante gli USA spendano in sanità circa il 17% del PIL—una cifra enorme rispetto al 6-7% di Paesi come l’Italia—i risultati sono deludenti:

  • Mortalità neonatale: 3,2 per mille, il doppio rispetto all’Italia.
  • Aspettativa di vita: 78,5 anni, cinque anni in meno rispetto agli italiani.
  • Accesso alle cure: il 25% delle famiglie statunitensi ritarda trattamenti per malattie gravi per motivi economici.

Perché l’odio verso le assicurazioni?
Le compagnie assicurative americane, come UnitedHealthcare, sono accusate di mettere il profitto al di sopra della salute dei pazienti. Le loro pratiche includono:

  • Negare o ritardare i rimborsi per cure necessarie.
  • Franchigie e polizze incomprensibili che scoraggiano gli utenti dal reclamare ciò che spetta loro.
  • Margini di profitto astronomici: nel 2023, UnitedHealthcare ha guadagnato 23 miliardi di dollari, mentre il CEO Andrew Witty ha ricevuto uno stipendio di 23,5 milioni di dollari.

Non sorprende che il pubblico veda le assicurazioni come un ostacolo alla salute piuttosto che un supporto. Più della metà degli americani riferisce di aver avuto problemi con rimborsi o autorizzazioni, e il 75% considera il sistema insoddisfacente.

Un simbolo del malcontento sociale

L’assassino di Thompson ha inciso sui proiettili le parole Delay, Deny, Defend (Ritarda, Nega, Difendi la causa), un riferimento diretto al modus operandi delle assicurazioni. Il gesto, benché violento, sarebbe stato interpretato come una vendetta simbolica. Per alcuni sarebbe una rivendicazione contro un “omicidio sociale” perpetrato su larga scala da un sistema che nega l’accesso alle cure.

Il paradosso americano

Nonostante queste evidenti disfunzioni, il modello statunitense viene talvolta citato come esempio da seguire in altri Paesi, Italia inclusa. Ma davvero vogliamo importare un sistema che:

  • Favorisce solo i più ricchi, lasciando indietro la maggioranza?
  • Produce disuguaglianze drammatiche?
  • Trasforma la salute in un prodotto da mercato?

Il caso UnitedHealthcare non è solo un evento di cronaca nera: è uno specchio di un sistema che molti americani percepiscono come fallito e ingiusto. E forse una lezione per noi, che abbiamo un servizio sanitario pubblico ancora da preservare.