Un’esplosione devastante ha colpito il deposito Eni a Calenzano, vicino Firenze, causando due morti, tre dispersi e nove feriti, di cui tre in condizioni gravi. La deflagrazione è avvenuta nell’area di carico del carburante, generando una colonna di fumo visibile da diversi chilometri. Una tragedia con un bilancio drammatico anche a livello ambientale.
Esplosione a Calenzano: Eni e il rischio ambiente
Le fiamme sono state domate dai Vigili del Fuoco, evitando il coinvolgimento di altri serbatoi. L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale sta esaminando le conseguenze del disastro: il rilascio di sostanze tossiche come diossine, benzene e particolato fine potrebbe avere effetti gravi su aria, acqua e suolo.
Allerta per i cittadini di Calenzano
Il Dipartimento della protezione civile ha attivato un alert per un raggio di 5 km dalla zona di esplosione avvenuta a Calenzano, “con cui si chiede di tenere chiuse le finestre e di non avvicinarsi alla zona”. Attivata l’unità di crisi ed è in stretto coordinamento con il Centro di coordinamento dei soccorsi attivato dalla Prefettura. Il Dipartimento sta continuando a seguire la situazione e ha inviato a Firenze un team per supportare le autorità locali.
Il deposito di Calenzano: disagi per l’esplosione e testimonianze drammatiche
L’esplosione ha causato il blocco dell’A1 e delle linee ferroviarie Firenze-Bologna e Firenze-Prato. Testimoni parlano di un boato terrificante: “Sembrava una bomba, tutto tremava. Siamo scappati terrorizzati”. L’area circostante è avvolta da un odore acre, e mascherine vengono distribuite ai presenti.
Tra le principali sostanze che possono rappresentare un rischio per la salute troviamo il monossido di carbonio (CO), gas inodore e tossico che interferisce con il trasporto di ossigeno nel sangue, causando vertigini, nausea e, in alte concentrazioni, danni neurologici o fatali; diossine e furani (PCDD/Fs), con effetti cancerogeni, alterazioni del sistema endocrino e immunitario, policlorobifenili (PCB) e Ipa (Idrocarburi Policiclici Aromatici), composti cancerogeni che si sprigionano durante combustioni incomplete e possono provocare danni cellulari e tumorali, Particolato Fine (PM10 e PM2.5), particelle ultrafini in grado di penetrare nei polmoni e nel circolo sanguigno, aggravando patologie respiratorie e cardiovascolari, con un impatto significativo su anziani, bambini e individui vulnerabili, Composti Organici Volatili (COV), tra cui il Benzene, responsabile di leucemie e disturbi al sistema nervoso.
Precauzioni per la popolazione
In attesa dei risultati delle analisi ambientali da parte delle autorità competenti, Sima consiglia alla popolazione di rimanere al chiuso, chiudendo porte e finestre per limitare l’esposizione ai fumi, spegnere sistemi di ventilazione e aria condizionata, evitare attività all’aperto nelle aree interessate, monitorare eventuali sintomi respiratori (tosse, difficoltà respiratorie) e contattare i servizi sanitari in caso di necessità”. Ancora “non consumare acqua di superficie o prodotti agricoli provenienti dalla zona interessata fino a ulteriori indicazioni”.
Le indagini continuano per chiarire le cause e prevenire ulteriori rischi.