Nelle polverose montagne e pianure dell’Afghanistan, giace un tesoro inestimabile: giacimenti minerari per un valore stimato tra 1 e 3 trilioni di dollari, secondo i dati del Servizio Geologico degli Stati Uniti. Un patrimonio che ha attirato l’interesse di molte potenze mondiali nel corso degli anni, ma che, oggi, vede la Russia protagonista di una nuova corsa alle risorse.
Il Centro Economico Russo in Afghanistan ha annunciato il lancio di una serie di missioni geologiche per mappare le immense risorse del Paese. Rustam Chabibullin, capo del Centro, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è analizzare rapidamente e creare una mappa geologica della base mineraria del Paese per fornire supporto al governo locale”. Le prime spedizioni si sono concentrate sulle province settentrionali di Kunduz, Takhar e Badakhshan, dove le indagini hanno già rivelato risultati sorprendenti.
Gennady Teslenko, geologo responsabile delle ricerche minerarie, ha spiegato: “I campioni di metalli preziosi e terre rare, secondo le analisi preliminari, hanno superato le previsioni di otto volte per i metalli preziosi e di dodici volte per le terre rare. Tra i metalli preziosi figurano argento, oro, platino e palladio; tra le terre rare troviamo litio, tantalio, niobio, cesio, rubidio, berillio e cadmio”.
Queste scoperte superano di gran lunga le stime precedenti, condotte sia durante l’epoca sovietica sia negli anni più recenti da agenzie internazionali.
Il governo russo non sta limitando il suo interesse all’esplorazione mineraria. Una delegazione guidata dal ministro della Difesa Sergej Šojgu ha recentemente incontrato i leader del movimento Talebano a Kabul per discutere della possibilità di rimuovere il gruppo dalla lista delle organizzazioni terroristiche riconosciute dalla Federazione Russa. Durante i colloqui, Šojgu ha evidenziato l’importanza di stabilire una collaborazione strategica con il governo afghano de facto.
Il rappresentante speciale per l’Afghanistan, Zamir Kabulov, ha dichiarato che “il processo di rimozione dei Talebani dalla lista richiede un percorso legale complesso, ma riflette la realtà oggettiva: i Talebani rappresentano il vero potere in Afghanistan”. Un cambiamento che, se confermato, potrebbe avere implicazioni geopolitiche significative, facilitando l’accesso delle compagnie russe al settore minerario afghano.
L’Afghanistan ha sempre avuto una ricchezza mineraria impressionante. Negli anni ’60 e ’70, l’Unione Sovietica condusse vaste indagini geologiche, seguite, nel 2010, da un’indagine approfondita dello United States Geological Survey. Tuttavia, decenni di conflitti hanno impedito lo sviluppo del settore. Solo negli ultimi anni, il governo afghano ha cercato di attrarre investitori internazionali, offrendo incentivi fiscali e royalties ridotte. Nonostante ciò, l’instabilità politica e la corruzione endemica hanno rappresentato ostacoli insormontabili.
Nonostante le promesse di ricchezza, il percorso verso lo sfruttamento delle risorse minerarie afghane è irto di ostacoli. Le infrastrutture sono praticamente inesistenti, molte aree del Paese sono ancora contaminate da ordigni inesplosi, e la sicurezza rimane una preoccupazione centrale. Inoltre, il governo talebano deve affrontare una crisi umanitaria senza precedenti: secondo l’UNICEF, il 90% della popolazione vive sull’orlo della povertà, con quasi 16 milioni di bambini che affrontano insicurezza alimentare.
L’Afghanistan potrebbe rappresentare una svolta per l’economia russa, che, sotto il peso delle sanzioni occidentali, cerca alternative strategiche per garantire l’approvvigionamento di metalli critici come il litio, essenziale per le batterie e le tecnologie energetiche del futuro. Tuttavia, questa dinamica solleva interrogativi etici e geopolitici: può un Paese in ginocchio beneficiare realmente delle proprie risorse, o finirà per essere sfruttato da potenze straniere?
Le prospettive di un’industria mineraria afghana fiorente dipendono dalla capacità di costruire infrastrutture, garantire la sicurezza e attirare investitori disposti a operare in un contesto altamente instabile. Per ora, il tesoro dell’Afghanistan rimane più un miraggio che una realtà, ma la mossa russa potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase nella storia economica del Paese.