Attese infinite per un’ecodoppler cardiaca: di sanità si muore.

Secondo il diritto alla salute sancito dalla Costituzione con l’articolo 32 garantisce una sanità accessibile e tutelata per tutti

sanità

L’articolo 32 della nostra Costituzione sancisce il diritto di ogni cittadino alla salute, garantendo una sanità accessibile e tutelata per tutti. I principi fondamentali ovvero quelli dell’universalità, dell’eguaglianza, e dell’equità dovrebbero garantire a chiunque e con la stessa modalità la prerogativa al benessere fisico e psichico. In quest’ottica il termine “privilegio” non dovrebbe esistere così come il perverso meccanismo che spesso ci si trova ad affrontare per accedere alla diagnostica e alle cure.

Un diritto alla sanità messo a rischio da ostacoli sistemici

Nonostante, dunque, le norme parlino chiaro e il nostro paese vanti eccellenze tra i medici e le strumentazioni all’avanguardia, il labirinto a ostacoli che frequentemente i cittadini si trovano a dover superare non assicura questo sacrosanto diritto. Vuoi, dunque, per problemi di comunicazione, di gestione delle prenotazioni, di attese e di carenza del personale medico e infermieristico, l’offerta della sanità pubblica risulta debole. Di qui la conseguente picchiata della fiducia della comunità.

La pandemia ha portato a galla carenze e difficoltà allarmanti. Nonostante il nostro sistema sanitario sia uno dei più apprezzati al mondo, i tagli fatti dai vari governi nei decenni precedenti all’avvento del COVID-19 hanno procurato una sofferenza e un decadimento della  macchina della sanità pubblica che si riverbera ineluttabilmente su tutti coloro che hanno bisogno di curarsi.

La sanità pubblica tra eccellenze e carenze

Come è possibile che per fare un’ecodoppler cardiaca si arrivi ad aspettare anche 735 giorni? 482 per una risonanza magnetica bilaterale, 545 per una ecografia all’addome e 458 per quella ginecologica. Poi ci sono 645 giorni per una colonscopia, 351 per una visita neurologica. La lista è lunga e angosciante e infonde un grande senso di impotenza e, nonostante negli anni siano stati fatti degli interventi, continua a persistere la mancanza di posti letto negli ospedali, gli affollamenti nei pronto soccorsi, la carenza dei servizi come quelli domiciliari, ma anche problemi piu’ attuali come la difficoltà di accesso per target specifici  ai fascicoli  digitalizzati.

Due pesi, due misure: pubblico vs privato

Siamo davvero un paese avanzato e civile? Lo stesso che contribuisce alle avveniristiche missioni spaziali? L’Italia della scienziata  e Premio Nobel Rita Levi Montalcini? A volte vengono dei dubbi o perlomeno arriva naturale il pensiero che sovente si applichi la regola del due pesi due misure secondo cui si utilizzano criteri diversi nell’affrontare la stessa problematica che in questo caso si traduce con: chi ha risorse economiche può bypassare le problematiche legate alla sanità  pubblica rivolgendosi al privato, efficiente e costoso, chi non è in grado di pagare può morire nell’attesa di un esame e della cura, ove ce ne sia bisogno.

Nuove misure per affrontare le liste d’attesa

È incredibile che al quesito “come risolvere il problema delle liste d’attesa della sanità pubblica?” la risposta di alcuni siti o blog  sia “rivolgetevi alla sanità privata”. Ci sono migliaia di persone che arrivano a malapena a fine mese, il tasso di povertà sta crescendo e la capacità economica di potersi curare si assottiglia sempre di più.

Il 31 luglio 2024 è stata pubblicata la legge di conversione del D.L. n. 73/2024 recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie (L. n. 107 del 2024). L’istituzione presso l’AGENAS – autorizzata conseguentemente al trattamento dei dati personali –  della Piattaforma nazionale delle liste di attesa, in coerenza con l’obiettivo «Potenziamento del Portale della Trasparenza” è finalizzata a realizzare l’interoperabilità con le piattaforme per le liste di attesa relative a ciascuna regione e provincia autonoma. Questo realizzerebbe uno strumento di cui si avvale anche il Ministero della salute.

La fiducia nello Stato: una necessità collettiva

È previsto inoltre il potenziamento dell’assistenza domiciliare, il superamento del tetto stabilito per l’assunzione di personale e di dirigenti sanitari e l’incremento dei fondi stabilito su base regionale. Basterà? Sicuramente è un inizio! Ma non si può più giocare con la vita delle persone e la fiducia nello Stato deve riprendere quota. Abbiamo tutti bisogno di sentirci protetti.

Fonti:  Federconsumatori,  Camera dei Deputati

@riproduzione riservata