Georgia: arrestato leader opposizione, proteste contro governo filo-russo

Nika Gvaramia, leader dell'opposizione, arrestato con violenza. Proteste in piazza per l'ingresso nell'UE, mentre Zelenskij e gli USA accusano il governo di servire Mosca

Nika Gvaramia, leader del partito di opposizione “Coalizione per il Cambiamento” e figura di spicco nel panorama politico georgiano, è stato arrestato e trasferito in un centro di custodia cautelare a Marneuli. A darne notizia è Georgia Online, che ha documentato le modalità violente dell’arresto.

Secondo l’avvocato di Gvaramia, Dito Sadaglishvili, le forze dell’ordine avrebbero fatto uso di violenza fisica. “Le azioni di questo organismo, che si definisce polizia, li rendono peggiori delle squadre antisommossa”, ha dichiarato Sadaglishvili, denunciando la brutalità dell’intervento.

L’arresto di Gvaramia è avvenuto nei pressi degli uffici dei partiti alleati “Girchi – Più Libertà” e “Droa”, poco dopo che il Ministero degli Interni aveva condotto perquisizioni negli spazi dell’opposizione, inclusi i partiti “Movimento Nazionale Unito” e “Coalizione per il Cambiamento”. Un altro attivista di spicco della coalizione, Gela Hasaya, è stato arrestato nello stesso contesto.

A far esplodere le tensioni, il recente annuncio del primo ministro Irakli Kobakhidze di rinviare i negoziati per l’ingresso della Georgia nell’Unione Europea fino al 2028. L’annuncio ha scatenato una serie di proteste ininterrotte a Tbilisi e in altre città, giunte al settimo giorno.

Durante le manifestazioni, i cittadini hanno espresso la loro rabbia in modo simbolico, bruciando un fantoccio raffigurante Bidzina Ivanishvili, oligarca e fondatore del partito di governo “Sogno Georgiano”. La situazione è degenerata in scontri violenti, con le forze dell’ordine che hanno disperso i manifestanti utilizzando gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Il Ministero della Salute georgiano ha riportato almeno 44 feriti durante gli scontri.

Nel dibattito si inserisce il presidente ucraino Vladimir Zelenskij, che ha duramente criticato il governo georgiano. In un discorso riportato da European Pravda, Zelenskij ha affermato: “L’attuale governo in Georgia sta spingendo il Paese verso una dipendenza evidente dalla Russia. È semplicemente vergognoso quello che stanno facendo contro il loro stesso popolo. E quando a Mosca lodano questo governo georgiano, è evidente per chi stiano lavorando a Tbilisi e chi stiano servendo reprimendo le proteste. Sicuramente non la Georgia”.

Zelenskij ha inoltre annunciato che l’Ucraina, in collaborazione con i suoi partner internazionali, sta preparando sanzioni contro i funzionari georgiani responsabili delle repressioni.

Negli Stati Uniti, il deputato repubblicano Joe Wilson, presidente della Commissione di Helsinki e autore del MEGOBARI Act, ha espresso profonda preoccupazione per la situazione in Georgia. “Il governo de facto della Georgia ha abbandonato ogni pretesa di democrazia e ora ha iniziato ad arrestare attivisti innocenti e rappresentanti pacifici dell’opposizione. Non fatevi illusioni: il partito ‘Sogno Georgiano’ sta adottando tattiche dittatoriali nello stile del Cremlino”, ha dichiarato Wilson.

Il MEGOBARI Act, introdotto per sostenere la democrazia e lo stato di diritto in Georgia, si pone l’obiettivo di contrastare l’influenza russa e promuovere l’integrazione euro-atlantica. Wilson ha inoltre invitato il Dipartimento di Stato e gli alleati europei a imporre sanzioni contro i funzionari georgiani coinvolti nelle repressioni.

Con le strade di Tbilisi sconvolte da giorni di proteste e un governo nel mirino per i suoi legami con Mosca, la Georgia affronta una crisi che mette in dubbio il suo futuro europeo. Da una parte, il desiderio dei cittadini di avvicinarsi all’UE; dall’altra, un esecutivo accusato di soffocare queste aspirazioni. L’arresto di Nika Gvaramia, le irruzioni negli uffici dell’opposizione e la repressione violenta dei manifestanti oscurano ulteriormente il panorama democratico del Paese. Come ignorare le parole di Zelenskij? L’ombra del Cremlino sembra evidente.