L’Ucraina nella NATO? Zelenskij vuol scatenare la tempesta perfetta

Protezione NATO per Kiev rabbia di Mosca e il rischio di un’escalation nucleare: la proposta che potrebbe cambiare per sempre il corso della guerra

Ucraina NATO

Vladimir Zelenskij rimane saldo, nonostante una guerra che ha travolto l’Ucraina, distruggendo città, costringendo milioni di persone a lasciare le loro case e innescando una crisi umanitaria devastante. Il presidente ucraino continua a difendere con fermezza l’integrità territoriale del Paese, sottolineando che ogni parte del territorio nazionale è fondamentale e non negoziabile.

Sul campo, la popolazione ucraina affronta una situazione sempre più drammatica. Gli attacchi russi, mirati alle infrastrutture strategiche ed energetiche, hanno lasciato intere città senza elettricità e riscaldamento, proprio mentre le temperature invernali raggiungono livelli critici. Secondo The Guardian, oltre un milione di persone sono rimaste senza luce, in una campagna mirata a piegare la resistenza civile attraverso privazioni.

Vladimir Zelenskij propone una mossa storica: mettere l’Ucraina sotto la protezione della NATO, sfidando Mosca e ridisegnando il futuro geopolitico.

Ed ecco che il leader ucraino avanza una proposta innovativa per porre fine alla ‘fase calda’ del conflitto: mettere i territori sotto il controllo di Kiev sotto la protezione della NATO. In un’intervista a Sky News, Vladimir Zelenskij ha illustrato la sua strategia, sostenendo che questa soluzione potrebbe offrire una sicurezza immediata e creare le condizioni necessarie per avviare negoziati sul recupero dei territori occupati. “Se vogliamo fermare la fase calda della guerra, dobbiamo mettere sotto l’ombrello della NATO il territorio ucraino che controlliamo. Questo è ciò che dobbiamo fare rapidamente”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di un intervento tempestivo.

Un messaggio che scuote la scena internazionale, delineando una possibile svolta strategica per Kiev. La proposta si basa su un approccio audace, mirato a garantire stabilità per la popolazione ucraina e a creare spazi di dialogo per una soluzione diplomatica sul lungo termine. “Successivamente, l’Ucraina potrà recuperare i territori occupati per via diplomatica”, ha aggiunto il presidente, aprendo a una visione più pragmatica per il futuro del Paese.

Zelenskij ha anche chiarito che, fino ad oggi, questa possibilità non è mai stata formalmente discussa con i membri dell’Alleanza Atlantica. “Non è mai stata presa in considerazione dall’Ucraina perché nessuno ce l’ha mai ufficialmente offerta”, ha puntualizzato, lasciando intendere che un dialogo su questo tema potrebbe ridefinire i parametri della sicurezza in Europa.

Dietro le parole del leader ucraino si intravede il richiamo a una proposta già discussa nei circoli diplomatici occidentali, il cosiddetto ‘modello tedesco’, evocato in un’inchiesta del Financial Times. Questo approccio prevede che l’Ucraina possa aderire alla NATO senza includere i territori attualmente sotto occupazione russa. Un’idea che, secondo i sostenitori, permetterebbe di mettere al sicuro l’Ucraina orientale e centrale, lasciando però irrisolta la questione della Crimea e del Donbass.

Dall’altra parte, Mosca continua a giocare la sua partita geopolitica con una retorica aggressiva e una strategia sul campo volta a consolidare le posizioni acquisite. Come riportato da Reuters, il Cremlino considera la proposta di Zelenskij un bluff, sottolineando che qualsiasi tentativo di avvicinamento dell’Ucraina alla NATO rappresenterebbe una provocazione inaccettabile.

Dmitrij Medvedev, ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, avverte: ‘L’ingresso di Kiev nella NATO è una dichiarazione di guerra’, alimentando le tensioni tra Mosca e l’Occidente.

La prospettiva di un’adesione dell’Ucraina alla NATO viene percepita da Mosca come una minaccia diretta alla propria sicurezza. Dmitrij Medvedev, ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, ha definito l’ingresso di Kiev nell’Alleanza come “una dichiarazione di guerra”. A rincarare la dose, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha affermato: “L’ingresso dell’Ucraina nella NATO non risolverebbe il conflitto, ma lo aggraverebbe ulteriormente. Non permetteremo che l’Alleanza minacci i nostri confini”.

Secondo le analisi di Meduza, la strategia russa mira a congelare il conflitto, consolidando il controllo su regioni chiave come il Donbass e la Crimea. Mosca punta a imporre condizioni che ostacolino ogni possibilità di integrazione euro-atlantica per l’Ucraina, preservando così il suo ruolo di influenza nella regione.

Non è un caso che il Cremlino stia cercando di rafforzare i legami con i Paesi alleati, come Cina e Iran, per bilanciare l’isolamento internazionale. Radio Svoboda sottolinea che Mosca sta anche intensificando la produzione di armi e munizioni per sostenere un conflitto prolungato, segno che non intende arretrare dalle sue posizioni.

La proposta di Zelenskij di mettere il territorio ucraino sotto l’ombrello NATO rappresenta una possibile svolta, ma il suo successo dipenderà dalla capacità dell’Alleanza di superare le divisioni interne e di fronteggiare la prevedibile reazione russa. Se da un lato l’idea potrebbe garantire una protezione immediata per Kiev, dall’altro rischia di alimentare una nuova guerra fredda.

Qualora la NATO accettasse l’Ucraina anche solo parzialmente, si creerebbe una situazione esplosiva. Mosca considererebbe questo atto come un’aggressione diretta, aumentando il rischio di escalation nucleare, avvertono gli esperti, come Mark Galeotti, esperto di Russia e autore di “Putin’s Wars”. L’adesione parziale, inoltre, potrebbe creare una divisione interna all’Ucraina, con le aree occupate destinate a diventare zone di conflitto permanente. Inoltre, secondo Galeotti, “L’Ucraina ha solo due opzioni per la sua sicurezza, la NATO o l’atomica”. Questa dichiarazione sottolinea la delicatezza della situazione e le potenziali implicazioni di un’adesione dell’Ucraina alla NATO.

Secondo The Guardian, un altro problema cruciale riguarda la posizione degli Stati Uniti. Con l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca, il futuro delle relazioni transatlantiche è incerto. Trump ha più volte criticato la NATO e il sostegno militare all’Ucraina, lasciando intendere che una sua amministrazione potrebbe ridurre gli aiuti o cercare un accordo diretto con Mosca.

La chiusura di un conflitto o l’apertura di un nuovo capitolo? La proposta di Zelenskij rappresenta una scommessa pericolosa ma necessaria per il suo Paese. Se accettata, potrebbe mettere fine alla fase più sanguinosa del conflitto, garantendo una tregua temporanea e una base diplomatica per negoziati futuri. Tuttavia, l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, anche in forma parziale, rischia di esacerbare le tensioni globali, alimentando una competizione geopolitica senza precedenti tra Oriente e Occidente. Il destino dell’Ucraina, e forse dell’intero ordine mondiale, dipende dalle scelte che verranno prese nei prossimi mesi. Un compromesso potrebbe rappresentare una via di fuga dal baratro, ma resta da vedere se sarà possibile raggiungerlo senza sacrificare i valori fondamentali di sovranità e libertà.