La Russia ha annunciato l’intenzione di rimuovere l’Emirato Islamico dalla sua lista delle organizzazioni terroristiche, aprendo la strada a un nuovo corso nei rapporti con il governo afghano. Questa “lista nera” è l’elenco ufficiale russo delle organizzazioni ritenute coinvolte in attività terroristiche o estremiste. Essere inseriti in questa lista comporta gravi conseguenze: congelamento di beni, divieto di interazioni ufficiali, sanzioni economiche e isolamento politico.
L’Emirato Islamico, ossia il governo talebano che ha ripreso il controllo dell’Afghanistan nell’agosto 2021, è stato inserito nella lista nera della Russia anni fa, a causa del suo storico legame con il terrorismo internazionale, incluso il supporto a gruppi come Al-Qaeda. Tuttavia, questa classificazione non ha impedito a Mosca di mantenere contatti informali con i talebani per ragioni pragmatiche, soprattutto dopo il ritiro delle forze statunitensi dall’Afghanistan. La rimozione dalla lista segnalerebbe un cambiamento sostanziale. La Russia riconoscerebbe implicitamente l’Emirato Islamico come un interlocutore legittimo, permettendo il rafforzamento delle relazioni economiche e diplomatiche. Durante un incontro ufficiale, Sergei Shoigu, segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale russo, ha sottolineato che questa mossa è parte di un piano per migliorare la cooperazione bilaterale, incentivando investimenti russi in progetti infrastrutturali afghani, promuovendo il commercio e garantendo la stabilità regionale.
Da parte loro, i rappresentanti talebani hanno affermato di aver preso misure per garantire la sicurezza interna, eliminando gruppi che minacciavano il paese e interrompendo la coltivazione del papavero. Promesse ambiziose, ma che sollevano dubbi. L’Afghanistan rimane il principale produttore mondiale di oppio, e le denunce di violazioni dei diritti umani sotto il regime talebano continuano a emergere, alimentando scetticismo a livello internazionale. La decisione russa non è priva di rischi. Rimuovere l’Emirato Islamico dalla lista delle organizzazioni terroristiche potrebbe compromettere i rapporti con altri paesi, soprattutto quelli che mantengono una linea dura contro il regime talebano. Tuttavia, Mosca sembra puntare su un calcolo geopolitico: rafforzare la sua influenza nella regione sfruttando il vuoto lasciato dall’Occidente.
Questa scelta riflette una strategia pragmatica, ma controversa. L’Afghanistan è ricco di risorse minerarie e occupa una posizione strategica cruciale in Asia Centrale. Per la Russia, stabilire una relazione privilegiata con Kabul potrebbe significare un vantaggio significativo, anche a costo di ignorare le critiche internazionali. Resta da vedere se la mossa pagherà sul lungo termine o se si rivelerà un passo rischioso in un contesto già instabile. Inoltre, il riconoscimento dell’Emirato Islamico potrebbe essere visto come una strategia per contrastare l’influenza dell’ISIS-K nella regione. L’ISIS-K, o Stato Islamico del Khorasan, è una branca dell’ISIS attiva in Afghanistan e nei paesi limitrofi, nota per la sua brutalità e per gli attacchi terroristici sia a livello locale che internazionale. Stabilendo relazioni più strette con il governo talebano, la Russia potrebbe cercare di collaborare nella lotta contro l’ISIS-K, considerato una minaccia comune. Tuttavia, questa alleanza solleva interrogativi sulla capacità e la volontà dei talebani di affrontare efficacemente l’ISIS-K, dato il complesso panorama delle alleanze e delle rivalità tra gruppi estremisti nella regione.
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