Rabbi Andrea Zanardo, studi a Gerusalemme, Boston, Londra. Marito di Sara, padre di Dov, Yair e Hila. Dottore di ricerca in Storia (e pure il post-doc). Ordinato Rabbino presso il Leo Baeck College di Londra (primo italiano ammesso). Rabbino della più grande sinagoga del Sussex. Vive e lavora a Brighton.
Cosa ti ha spinto a diventare un rabbino e quali esperienze personali hanno influenzato questa scelta?
Negli anni Novanta sono stato tra i fondatori della prima sinagoga Reform italiana (Lev Chadash, Milano) e fin dall’inizio mi sono incaricato di seguire la parte religiosa -tradurre il libro di preghiera, organizzare i servizi e così via. E poi ci ho preso gusto… All’epoca ero nell’Universita’, stavo scrivendo la tesi di dottorato su un argomento di storia ebraica. Diciamo che ho smesso di studiare gli ebrei del passato per lavorare per il futuro ebraico
Come interpreti da uomo e rav, il significato di pogrom? Quali insegnamenti possiamo trarre da quegli eventi tragici nella storia ebraica?
Rispondo a questa domanda mettendomi in testa il cappello di storico. Pogrom e’ un massacro di ebrei disarmati. Questo è quello che è successo a Amsterdam, ed è quello che e’ successo il 7 di ottobre. Ci sono due tipi di insegnamenti da derivare dai pogrom. Il primo riguarda noi ebrei: è un male farsi trovare disarmati, o dipendere dall’aiuto altrui. Il secondo, un insegnamento per tutta l’umanità: per costruire il paradiso in terra, la società perfetta, si tratti del Califfato che vuole instaurare Hamas, del Comunismo realizzato, o del Reich millenario, le folle finiscono puntualmente per cercare di levare di mezzo noi ebrei. Rafforzare la democrazia liberale è la migliore garanzia contro i pogrom.
A proposito di pogrom: vorrei un tuo commento sui fatti tragici accaduti ad Amsterdam.
Più che il fatto in sé, che per fortuna il re non ha esitato a chiamare con il suo nome (pogrom) vorrei che il pubblico si rendesse conto della situazione in cui vivono gli ebrei in Olanda, ma anche in Belgio. Le statistiche sono raggelanti. Più della metà degli ebrei olandesi ha paura di mostrare simboli ebraici in pubblico, Un terzo della popolazione ebraica sta pensando di emigrare. Tre quarti delle vittime di vandalismo antisemita non sporgono nemmeno denuncia, tanto si sono abituati…
Quali sono, secondo te, le radici profonde dell’antisemitismo e come possiamo affrontarlo nella società contemporanea
L’antisemitismo ha una origine religiosa, e purtroppo anche se la Chiesa Cattolica e quelle protestanti hanno iniziato un percorso che doveva portarli alla assunzione di responsabilità. La riflessione teologica non è arrivata a far parte del senso comune tra i fedeli (che, peraltro, sono sempre di meno, ma non è detto che abbandonando la Chiesa abbiano abbandonato i pregiudizi assorbiti…) L’ostilità verso Israele, anche quando sembra una faccenda politica, si esprime con un lessico religioso (colpa, condanna…) Eppure, se nelle scuole si insegnasse Israele nella sua complessità credo sarebbe un enorme passo avanti, studenti e insegnanti potrebbero convincersi che noi ebrei siamo persone normali. La normalità ebraica si realizza solo in Israele. Qui nella Diaspora, essendo una minoranza, e’ impossibile combattere pregiudizi tanto radicati. Una delle più assurde accuse contro Israele è quella di colonialismo. Perché nelle scuole italiane non si insegna che più della metà degli abitanti di Israele discende da profughi ebrei fuggiti da Paesi arabi e islamici?
In che modo la sua comunità riformata a Londra si impegna nella lotta contro l’antisemitismo?
Non sto a Londra, sto a Brighton!. Le sinagoghe di questa regione fanno parte di una Consiglio Rappresentativo di cui fa parte una portavoce, che lavora con le istituzioni locali (consigli comunali, scuole, aziende) per contrastare il razzismo antisemita.
Qual è la tua visione riguardo allo stato attuale del conflitto israelo-palestinese?
Continuo a credere alla soluzione a due Stati, come la maggioranza dei cittadini israeliani (sono anche io cittadino israeliano). Credo che per poterci arrivare occorra la sconfitta di Hamas e una diversa leadership palestinese.
Come vedi il ruolo della politica europea e internazionale nel mancato supporto a Israele?
Vorrei dire che sono stupito, ma no, Come si diceva negli anni Ottanta il petrolio arabo (o il gas russo) vale più del sangue degli ebrei (o degli ucraini).
In che modo la tua comunità è coinvolta nei dialoghi interreligiosi e nel promuovere la comprensione reciproca?
Brighton e’ la città inglese con la più alta percentuale di persone atee. Il 55%. Questo significa che il 45% dei miei concittadini professa una religione! Abbiamo quindi costituto un network, assieme a chiese anglicane, chiese evangeliche, musulmani, copti, buddhisti e Sikh e svolgiamo opere assistenziali, per esempio prevenzione del gioco d’azzardo, ospitalità per i senzacasa (particolarmente i transgender) aiuto ai rifugiati e altri problemi in questa città. Tramite queste iniziative le comunità si incontrano e cercano di vincere pregiudizi. Per sostenere la lotta del popolo ucraino ci siamo mobilitati insieme.
Quali messaggi speri di trasmettere alle nuove generazioni riguardo all’identità e alla resilienza ebraica in un contesto di sfide continue?
Voglio citare uno dei grandi Maestri dell’ebraismo contemporaneo, Rabbi Nathan Lopes Cardozo (che combinazione, vive ad Amsterdam). Il mondo ha bisogno di Shabbat. Lo Shabbat, il giorno in cui smettiamo di creare e di fare, e ci dedichiamo solo a essere, e’ uno dei grandi doni dell’ebraismo all’umanità, Questa società individualista, che nel contempo ci vuole sempre connessi, sempre visibili, ci sta facendo perdere di vista l’importanza delle relazioni e del tempo dedicato alla crescita personale e spirituale. Vorrei che le nuove generazioni scoprissero quanto e’ bello staccare la spina per 25 ore alla settimana…
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