“Il Libano ed Hezbollah hanno accettato la proposta USA per un cessate il fuoco con alcuni commenti sul contenuto”. Questo linguaggio diplomatico – trasmesso da funzionari libanesi all’Agenzia Reuters – non dovrebbe suscitare troppo ottimismo. Non conosciamo il testo proposto dagli Stati Uniti e non conosciamo la portata dei cosiddetti “commenti” libanesi. Non bisogna dimenticare che questa proposta di cessate il fuoco è americana e, qualsiasi testo finale della proposta dovesse vedere la luce, questo dovrà poi essere approvato o meno da Israele. Attualmente l’inviato speciale della Casa Bianca, Amos Hochstein, è in viaggio per Beirut per discutere i dettagli con i libanesi.
Il Presidente del Parlamento libanese Nabih Berri ha rilasciato l’altro ieri un’intervista al giornale saudita Asharq al Awsat dalla quale si comprende che il Libano ed Hezbollah sono disponibili a rimettere in piedi la Risoluzione ONU 1701 del 2006 esattamente come era prima lo scoppio della Guerra del 7 Ottobre: Hezbollah si dovrebbe ritirare al nord del fiume Litani e il suo sgombero dal Libano meridionale sarebbe monitorato dall’Esercito Libanese e dalla missione ONU “UNIFIL”; ovviamente a Israele sarebbe vietato inviare droni sui cieli libanesi per controllare cosa succede. I risultati del passato “monitoraggio” di esercito libanese e UNIFIL è sotto gli occhi di tutti da un mese. Hezbollah dal 2006 ha trasformato l’area del Libano a sud del Litani in una grande base missilistica attraversata da centinaia di tunnel di attacco che sbucavano a pochi metri dal confine con Israele. È stato fotografato un campo di addestramento di Hezbollah a 200 metri da una base UNIFIL e sono stati trovati imbocchi di tunnel vicini alle sue torri di avvistamento Se questa è la proposta che il Libano è disposto ad accettare, sembra difficile immaginare come Israele, visti i precedenti, potrebbe approvarla.
Netanyahu ha parlato ieri al Parlamento ed ha detto che qualsiasi trattativa futura avverrà comunque “sotto il fuoco”, in particolare ha precisato che Israele si riserverà in ogni caso il diritto di attaccare il confine siriano-libanese per impedire all’Iran di contrabbandare nuove armi per ripristinare la forza di Hezbollah. Sul terreno, intanto, si registra un attacco importante degli israeliani sulla seconda linea dello schieramento di Hezbollah a sud del fiume Litani. Partendo dalla zona centrale del confine con il Libano, le truppe con la Stella di Davide hanno effettuato una manovra a “taglio di falce” in direzione del mare, hanno raggiunto e probabilmente conquistato Shamaa (dove dovrebbero essere riusciti a installare degli obici di artiglieria da campagna) e oggi pomeriggio erano dati a pochi chilometri dalla strada costiera. Se dovessero raggiungere le spiagge di Al Bayyada isolerebbero a sud la città libanese di Naqoura e tutta l’area circostante. Comunque, sembra che Israele stia incontrando una forte resistenza da parte di Hezbollah, la battaglia è in corso. Sottolineiamo che, in assenza di fonti ufficiali, queste informazioni – che comunque siamo riusciti ad incrociare – necessitano di ulteriori verifiche.
L’operazione che Israele sta intraprendendo ora è la fotocopia di quella che compi’ durante la Guerra del 1982; alcuni analisti lamentano il fatto che Israele a quel tempo ci mise un giorno per arrivare al mare ed ora ci sta mettendo un mese e mezzo, ma è inutile fare paragoni tra la forza militare di Fatah nell’82 e la ben più grande forza che Hezbollah ha sviluppato negli ultimi vent’anni. Per restare ai tempi più recenti: Hezbollah nel 2006 era accreditata di un arsenale di 13.000 missili, alla vigilia del 7 ottobre dell’anno scorso si stimava che ne avesse almeno 150.000. Una notazione: per quanto detto sopra. Chi scrive non è molto ottimista sul rapido raggiungimento di un cessate il fuoco in Libano, ma il solo fatto che l’Iran abbia autorizzato Hezbollah ad accettare un cessate il fuoco slegato dal ritiro degli israeliani da Gaza potrebbe essere un segnale della difficoltà in cui si ritrovano ora sia Hezbollah che l’Iran.
Gli attacchi israeliani nelle zone controllate da Hezbollah in Libano stanno sfollando la popolazione scita in aree abitate da sunniti e cristiani, ma queste comunità non sono desiderose di accogliere i profughi sciti in mezzo a loro. A livello politico qualcosa si muove; i partiti drusi e i partiti cristiani che si erano alleati con Hezbollah iniziano a prendere le distanze da quest’ultimo, accusandolo di trascinare il Libano in guerra per conto dell’Iran. Vedremo se pressioni interne e pressioni esterne contribuiranno al raggiungimento di un cessate il fuoco accettabile e condiviso. Per la stremata popolazione libanese sarebbe una manna dal cielo. Per Israele rappresenterebbe una svolta nella guerra.
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