Una nuova scossa di terremoto è stata registrata questa mattina, venerdì 15 novembre, al largo della costa nord-occidentale della Calabria, in provincia di Cosenza. Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il sisma, di magnitudo 3.9, è avvenuto alle ore 9:05. Localizzato nel Mar Tirreno, più precisamente vicino alla cittadina di Scalea. L’epicentro si trova a oltre 280 chilometri di profondità, una caratteristica che ha limitato notevolmente la percezione del fenomeno tra la popolazione locale.
Terremoto e Calabria: cosa sappiamo della scossa di oggi
Le coordinate geografiche precise dell’epicentro sono 39.7130 latitudine e 15.5390 longitudine, in un’area del Tirreno lontana dalla costa e senza comuni nel raggio di 20 chilometri. La grande profondità del terremoto, associata alla distanza dall’entroterra, ha reso la scossa scarsamente avvertita dai residenti.
Al momento non ci sono segnalazioni di danni o disagi. Non vi sono comuni nel raggio di venti chilometri dall’epicentro e dunque non vi sono segnalazioni da parte dei cittadini.
Questo tipo di fenomeni è relativamente comune in Italia, un paese caratterizzato da una complessa attività sismica dovuta alla sua posizione geografica. La Calabria, in particolare, si trova in un’area in cui si incontrano diverse placche tettoniche, rendendo la regione una delle più sismicamente attive del Mediterraneo.
Perché aumentano Le scosse di terremoto in Italia?
Negli ultimi anni, i dati dell’INGV mostrano un aumento del numero di scosse percepite in alcune zone del nostro Paese. Questo fenomeno non implica necessariamente una maggiore attività sismica complessiva, ma può essere legato a una maggiore sensibilità della rete di rilevamento, che oggi è più capillare e precisa rispetto al passato.
L’Italia si trova lungo la linea di convergenza tra la placca africana e quella eurasiatica, un movimento geologico che genera tensioni nelle faglie presenti sotto la superficie terrestre. Nella zona del Tirreno meridionale, in particolare, è presente una subduzione della crosta terrestre, con la placca africana che si infila sotto quella euroasiatica. Questo processo causa l’accumulo di energia che, quando si libera improvvisamente, genera terremoti.