Ennesima aggressione a un capotreno durante i controlli, episodio di violenza sui mezzi pubblici, sul treno regionale in direzione Genova, che si ripete.
Un grave episodio di violenza riaccende l’attenzione sulla sicurezza del personale ferroviario. La scena si ripete e un capotreno di 44 anni è stato aggredito ieri sera, mentre era nella piena funzione del suo lavoro. Impegnato nella verifica dei biglietti dei passeggeri su un convoglio diretto a Genova un amaro epilogo.
Capotreno aggressione sul regionale verso Genova
L’uomo, colpito durante il suo servizio, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale Villa Scassi. La notizia è stata confermata dai carabinieri e dallo staff di Ferrovie dello Stato (Fs), i quali hanno sottolineato la gravità della situazione.
Secondo le prime ricostruzioni, l’aggressione sarebbe stata perpetrata da una coppia, probabilmente di origine nordafricana, che si ipotizza fosse priva del titolo di viaggio. La descrizione fornita dagli altri passeggeri ha permesso ai carabinieri di intervenire prontamente. Gli agenti del reparto radiomobile, insieme a pattuglie di supporto che hanno circoscritto l’area intorno alla stazione, sono riusciti a individuare e fermare i sospetti in breve tempo.
Nel frattempo i medici del 118 hanno medicato sul posto la vittima, per poi trasportarla in codice rosso al pronto soccorso del Villa Scassi. Secondo le prime informazioni, l’uomo è stato ferito alla spalla sinistra, per fortuna non in profondità: non è in pericolo di vita. Sono ancora in corso gli accertamenti del caso.
Quello avvenuto è solo l’ultimo di una serie di atti di violenza che, negli ultimi anni, stanno mettendo sempre più a rischio la sicurezza di chi lavora sui mezzi pubblici, spesso senza le necessarie tutele. Ad oggi, infatti, il personale ferroviario – capotreni, controllori, addetti alla sicurezza – è privo di una protezione legislativa adeguata, nonostante la crescente frequenza di aggressioni simili in tutta Italia. La mancanza di una normativa che tuteli questi lavoratori fa emergere l’urgenza di interventi concreti per garantire la loro incolumità e quella dei pendolari.
Un appello per una maggiore tutela
L’episodio riporta alla luce la necessità di una riflessione seria sul tema della sicurezza sui mezzi pubblici. Senza una legislazione specifica, che possa sia fungere da deterrente per le aggressioni sia garantire un supporto concreto al personale coinvolto. Situazioni di questo tipo rischiano di diventare sempre più comuni. Da tempo, i sindacati e le associazioni di categoria chiedono misure più incisive. Purtroppo è palese che ad oggi il settore rimane privo di una rete di protezione adeguata.
Il timore di aggressioni come questa si riflette anche nella percezione dei pendolari che, giornalmente, assistono o vengono a conoscenza di episodi di violenza e disordine sui treni. La speranza è che questo episodio possa fungere da punto di partenza per un cambiamento nelle politiche di sicurezza sui trasporti pubblici, per proteggere sia il personale in prima linea sia i milioni di cittadini che utilizzano quotidianamente i servizi ferroviari.
In conclusione
L’aggressione di ieri è solo l’ennesima conferma dell’urgenza di misure più severe e di una legge che tuteli chi lavora per garantire un servizio essenziale alla collettività. Nel frattempo, il capotreno ferito resta sotto osservazione, mentre le indagini continuano per chiarire i dettagli dell’accaduto e assicurare gli aggressori alla giustizia.