Musk e la politica estera: dai satelliti alla geopolitica digitale

Elezioni americane 2024: la mano invisibile di Elon Musk e il ruolo dei colossi tecnologici in un’era di manipolazione digitale

Negli Stati Uniti, con le elezioni presidenziali alle porte, la democrazia sembra attraversare uno dei suoi momenti più delicati. I social media, piattaforme in teoria nate per unire le persone e dare spazio alla libertà di espressione, si sono trasformati in armi di persuasione politica senza precedenti. Al centro di questo nuovo scenario c’è X, il social network precedentemente noto come Twitter, acquistato da Elon Musk nel 2022 e oggi sospettato di favorire una propaganda politica fortemente sbilanciata verso destra.

L’algoritmo di X: un sostegno occulto alla campagna di Trump? Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal, l’algoritmo di X espone i nuovi utenti, anche coloro che non hanno esplicitamente scelto argomenti politici, a un diluvio di contenuti favorevoli a Donald Trump e al Partito Repubblicano. Nel tentativo di analizzare la neutralità della piattaforma, il giornale ha creato diversi account di prova: in ogni caso, anche senza indicare interesse per la politica, le timeline di questi profili si sono riempite di meme contro i democratici e di contenuti satirici che deridono figure come Kamala Harris. La senatrice, infatti, è stata spesso definita con epiteti offensivi e attacchi personali mirati a screditarne l’immagine, in post diffusi su larga scala.

Elon Musk e la sua SpaceX.

Musk ha dichiarato che il social mantiene una posizione neutrale e che i suoi contenuti riflettono il volere degli utenti. Tuttavia, gli studi recenti sembrano suggerire il contrario. Secondo un’analisi di The Verge, l’algoritmo della piattaforma amplifica in modo significativo i contenuti di destra rispetto a quelli di sinistra, un fenomeno che si estende a livello globale, come confermato anche in paesi europei, dove l’algoritmo mostra una maggiore predilezione per contenuti politici conservatori, eccetto in Germania. Questo paese, infatti, ha raggiunto un accordo con piattaforme come Facebook, Twitter e Google per rimuovere i contenuti di odio entro 24 ore dalla pubblicazione, una misura che sembra ridurre l’amplificazione di contenuti estremisti.

Elon Musk, con la sua SpaceX, non solo domina l’orbita terrestre, ma gioca un ruolo chiave anche nelle operazioni militari e nelle dinamiche di sicurezza degli Stati Uniti. La sua rete di satelliti Starlink ha permesso all’Ucraina di mantenere le comunicazioni in situazioni di emergenza, ma il potere di questi satelliti va ben oltre il territorio europeo. La loro capacità di fornire comunicazioni rapide e sicure ha reso aziende come SpaceX partner indispensabili per enti come la CIA e il Pentagono. In questa nuova geopolitica spaziale, Elon Musk si ritrova a dialogare con leader globali, tra cui Vladimir Putin e Xi Jinping, in un contesto che solleva domande sulle implicazioni etiche e politiche delle sue azioni.

Elon Musk e Vladimir Putin.

Un’analisi dell’ISPI ha evidenziato come l’entrata dei privati nell’economia spaziale stia creando un nuovo asse di potere. “La New Space Economy è la nuova frontiera della geopolitica”, riporta l’ISPI, sottolineando come il possesso e il controllo di infrastrutture spaziali sia un elemento di pressione strategica sia per le nazioni che per i loro alleati. Questo potere conferisce a imprenditori come Musk e Jeff Bezos un’influenza sulla sicurezza nazionale di portata mai vista prima, trasformandoli in figure quasi istituzionali.

In questo panorama complesso, i cittadini americani vivono un crescente senso di insoddisfazione. Paradossalmente, i dati macroeconomici recenti mostrano un miglioramento delle performance produttive negli Stati Uniti, con un aumento del 7% attribuito all’uso di intelligenza artificiale e infrastrutture tecnologiche avanzate. Tuttavia, l’ISPI osserva che, nonostante questi dati positivi, la frustrazione sociale sembra aumentare. Questa insoddisfazione, che corre nel digitale, trova in X una piattaforma che amplifica i sentimenti negativi, creando una “tempesta perfetta” di disinformazione e polarizzazione.

Il pericolo è che X, come sottolineato da diversi esperti, possa diventare uno strumento di manipolazione politica a favore di chi è in grado di controllarne gli algoritmi. Il fenomeno non è esclusivo degli Stati Uniti: anche gli utenti europei si trovano immersi in questo oceano di contenuti politicizzati, in cui l’imparzialità sembra essere un’illusione.

L’intreccio tra i social media e le elezioni presidenziali del 2024 solleva una questione fondamentale: in che misura le scelte di un singolo imprenditore possono influire sulla stabilità democratica di un paese? Il potere di Musk e dei colossi tecnologici va ben oltre il confine dei loro settori di origine. Se da un lato hanno portato innovazioni senza precedenti, dall’altro stanno creando una realtà in cui il confine tra informazione, propaganda e controllo sociale si fa sempre più sottile.

Il rischio che queste piattaforme, utilizzate quotidianamente da milioni di persone, possano distorcere la percezione della realtà attraverso algoritmi non trasparenti e tendenziosi rappresenta una minaccia per il libero esercizio della democrazia. Tra meme satirici, account falsi e contenuti polarizzanti, la domanda che emerge è se i cittadini abbiano ancora il controllo della loro informazione, o se siano destinati a essere spettatori passivi di una narrazione preconfezionata.

Le elezioni americane del 2024 si prospettano come un banco di prova non solo per la politica, ma anche per la nostra capacità di mantenere un dibattito pubblico equilibrato. La potenza dei colossi tecnologici, unita all’assenza di regolamentazioni chiare, ha creato un contesto in cui le democrazie moderne rischiano di essere plasmate da algoritmi il cui funzionamento sfugge alla comprensione della maggioranza.

Non resta che sperare che il potere della tecnologia venga utilizzato per il bene comune, senza lasciarsi tentare dalla strada della manipolazione e della disinformazione. Ma finché Musk e altri imprenditori continueranno a intrecciare i loro interessi privati con le politiche delle potenze mondiali, il rischio rimane alto. E la democrazia, come la conosciamo, appare sempre più fragile.