Crisi automotive: il Piemonte invoca un Consiglio Regionale aperto

Il Piemonte e Torino, capitale italiana dell’industria automobilistica, difendono il proprio ruolo e chiedono azioni concrete contro la crisi occupazionale generata dalla transizione green

La capitale Italiana dell’automotive non vuole essere scalzata e il centrodestra invoca un Consiglio Regionale aperto per salvare Torino e il Piemonte. Torino, un tempo indiscussa capitale dell’automotive italiano, affronta una sfida epocale. La città, simbolo della storia industriale e cuore pulsante del comparto automobilistico nazionale, è oggi a un bivio: il futuro dell’automotive rischia di essere compromesso dalle incertezze della transizione ecologica, innescando una potenziale crisi sociale ed economica di portata regionale. Di fronte a questo scenario, i capigruppo di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Lista Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale chiedono un Consiglio Regionale aperto, un incontro urgente e risolutivo che dia voce a tutte le parti coinvolte.
Carlo Riva Vercellotti, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, uno dei promotori della richiesta di un Consiglio Regionale aperto sull’automotive.

L’allarme è chiaro: la transizione verso l’elettrico, sebbene necessaria per motivi ambientali, sta esigendo un costo sociale che in Piemonte si traduce in migliaia di posti di lavoro a rischio. “La transizione ecologica con costi sociali enormi è stato un errore che ora stiamo pagando”, afferma Carlo Riva Vercellotti, Capogruppo di Fratelli d’Italia. La posizione di Vercellotti è netta: è ora di affrontare le problematiche che questa “deriva green” ha generato, senza ignorare le ripercussioni che si stanno abbattendo sulle famiglie piemontesi. “È necessario – continua – trovare le azioni migliori per contrastare questa deriva e salvaguardare l’occupazione, perché il Piemonte e Torino non possono essere lasciati indietro”.

Fabrizio Ricca, Capogruppo leghista, rincara la dose, sottolineando che le attuali difficoltà derivano da decisioni politiche prese in passato, con l’appoggio delle sinistre europee che ora, dice, “gridano allo scandalo”. La transizione all’auto elettrica impone sfide gravose alle aziende che, strette tra regolamentazioni sempre più stringenti, stanno riducendo la produzione dei motori endotermici tradizionali. “Per la Lega”, conclude Ricca, “mantenere i posti di lavoro e risanare le aziende è prioritario: la convocazione di un confronto diretto è essenziale per trovare soluzioni a un problema che non possiamo ignorare”.

Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte,

Torino, capitale della grande industria italiana e dell’automotive, è il luogo simbolo di questa sfida. Paolo Ruzzola, Capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte, fa leva sull’importanza storica della città: “Siamo estremamente preoccupati per il futuro dell’automotive in Piemonte e soprattutto a Torino, che ha sempre rappresentato la capitale dell’industria automobilistica in Italia”. Ruzzola non usa mezzi termini, parlando di una “bomba sociale” che minaccia di esplodere. Con una perdita stimata di circa 10.000 posti di lavoro, il futuro di molte famiglie e la stessa identità industriale della regione sono in bilico. Da qui, l’appello per un Consiglio Regionale aperto, dove “ogni attore ci metta la faccia” per rispondere alla comunità e difendere l’industria del territorio.

Non è solo una questione di numeri o di politiche economiche, ma di persone, famiglie, e storie che ruotano attorno a un settore che per decenni ha rappresentato il cuore pulsante dell’economia piemontese. Silvio Magliano, Capogruppo della Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale, esprime il sentimento diffuso tra chi lavora in questo settore, dal dirigente all’operaio: “La qualità e l’esperienza di tutti gli addetti sono un valore per Torino e per il Piemonte che va tutelato e che non può andare perduto”. Per Magliano, salvaguardare l’occupazione nel settore significa anche garantire stabilità a chi sull’automotive ha costruito la propria vita, il proprio futuro e quello della propria famiglia.

La chiamata a un Consiglio aperto da parte dei gruppi di Centrodestra risponde a una necessità di chiarezza e trasparenza. Confrontarsi apertamente sulle implicazioni della transizione ecologica significa anche valutare quali misure possano realmente supportare le aziende nel percorso verso una produzione più sostenibile, senza però sacrificare posti di lavoro e stabilità economica. Se il Piemonte perderà il comparto automotive, l’impatto sul tessuto sociale e produttivo sarà devastante: ogni posto di lavoro perso equivale a una famiglia in difficoltà, a una comunità che si impoverisce, a una città che rischia di veder scomparire il simbolo della propria identità industriale.

Il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino celebra la storia e il patrimonio dell’automotive italiano. Torino, simbolo di eccellenza nel settore automobilistico, lotta oggi per preservare il proprio ruolo di capitale industriale.

Il Piemonte non ci sta a rinnegare la sua storia: in un momento cruciale per il futuro di Torino e del Piemonte, il messaggio delle forze politiche del Centrodestra è chiaro: non si tratta solo di salvare posti di lavoro, ma di preservare l’identità e la storia di una regione. La convocazione di un Consiglio Regionale aperto diventa un simbolo di resistenza e di tutela di un territorio che ha fatto dell’automotive la propria anima. La posta in gioco è altissima: si tratta di garantire un futuro a chi ha dedicato la propria vita a un’industria che ha fatto grande il Piemonte e l’Italia. Torino, capitale dell’automotive, non vuole e non può essere scalzata dal suo ruolo di leader; il Consiglio aperto rappresenta il primo passo per proteggerne il valore e assicurare alle nuove generazioni la possibilità di vivere e lavorare in una regione che non rinuncia alle proprie radici, ma che guarda al futuro con determinazione e coraggio.