Nel venticiquennale dei vertici antimafia della Fondazione Antonino Caponnetto il 30 novembre si terrà il 34° vertice dal titolo:”Dalla mafia 4.0 alla antimafia 4.0″. Si terrà alle ore 15 presso la sala capitolare del convento di Santo Spirito a Firenze.
Oggi la mafia si è evoluta in varie forme alcune delle quali sempre più raffinate. Non bisogna comunque mai dimenticare che la mafia è una sorta di ossimoro, una apparentemente contraddizione al contempo arcaica, moderna e multistrato. Al vertice dell’anno scorso era emerso, a conferma del lavoro eccellente della procura di Milano, che i clan più evoluti delle mafie italiane, a prescindere dall’appartenenza di origine, si erano de facto confederati per una maggiore efficienza operativa. Ciò che l’anno scorso sembrava un azzardo oggi è quasi naturale dirlo e trova pure le prime conferme dai tribunali del riesame. Questo dimostra l’importanza della lotta alla mafia intesa in senso moderno, 4.0, ossia che guarda aventi a 360 gradi con apertura mentale senza innamorarsi di alcuna tesi teorica ma verificando sul campo quello che succede e le evoluzioni del fenomeno mafioso.
Altra cosa emersa l’anno scorso era la capacità tecnologica della mafia 4.0 con al soldo numerosi esperti cyber. I dati riservati piacciono ai clan più evoluti. Altro tema sempre più attuale. Va detto però che le mafie ed i clan non son tutti uguali e non tutti si sono evoluti. Vi è infatti una varietà di tipologie interne alle varie mafie che convivono dalla più rozza alla più multitasking e questo è bene non dimenticarlo. Detto questo è bene arrivare al tema del vertice di questo anno che riguarda l’antimafia 4.0.
Oggi l’antimafia sociale e istituzionale deve evolversi. Deve aumentare la propria capacità di intelligence. Deve lavorare per essere un giorno avanti ai gruppi criminali.
Mi soffermo sulle capacità di analisi perché è il punto a mio avviso maggiormente significativo procedendo con un paio di esempi. Oggi finalmente nel triangolo Firenze, Prato e Osmannoro si parla della criminalità organizzata e/o mafia cinese. Ci si è accorti con decenni di ritardo della sua pericolosita. Ebbene la Fondazione Caponnetto da quando è nata 21 anni fa ne ha sempre parlato. All’inizio ci hanno accusato di razzismo e di vedere la mafia e la criminalità ovunque. Addirittura era complicato organizzare incontri sulla mafia cinese.
Nel 2011-2012 presentammo con il compianto Pier Luigi Vigna, un procuratore antimafia Sbirro, il cui livello di comprensione del fenomeno era altissimo, un report sulla criminalità a Prato insieme all’assessore alla provincia Loredana Ferrara di cui mi ricordo ancora le polemiche con i negazionisti del fenomeno.Ebbene oggi la situazione è notevolmente peggiorata e si è perso il controllo del territorio nelle zone della criminalità cinese. Non aver affrontato il tema ci ha portato ad anni di ritardo.
Proseguo con un altro esempio. Oggi nelle città ex isole felici del centro nord si assiste con forza alle attività delle gang di minori male accompagnati o del tutto non accompagnati. Se guardiamo a cosa è successo in Svezia alcuni anni fa, dove tali tipologie di gang si son trasformate in organizzazioni criminali organizzate narcos, non possiamo non preoccuparci. Facciamo tesoro di quanto successo e attrezziamoci per affrontare il fenomeno che sta emergendo nelle nostre città un tempo isole felici. Senza aspettare vent’anni. Questo sarebbe un esempio di antimafia 4.0. Saper prevenire le situazioni prima che si verifichino.
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