Da un recente sondaggio commissionato dall’Associazione Luca Coscioni a SWG è emerso che l’84% degli italiani è favorevole a una legge che regolamenti l’eutanasia nel nostro Paese. Un sostegno che travalica le divisioni politiche tradizionali, con l’83% degli elettori di Fratelli d’Italia e il 92% degli elettori del PD orientati a favore di un provvedimento in tal senso.
Sostegno trasversale da entrambi gli schieramenti politici
Favorevoli anche gli elettori delle altre formazioni politiche di maggioranza: con anche l’83% di Forza Italia a favore e il 77% di quelli della Lega. Anche le altre forze di opposizione esprimono un pieno appoggio alla regolamentazione dell’eutanasia: è favorevole, il 94% di Alleanza Verdi e Sinistra, 88% di M5S, 96% Più Europa, 89% Azione-Italia Viva. Si dichiarano a favore dell’eutanasia, soprattutto i cittadini e le cittadine del Centro Italia (91%), seguiti da quelli del Nord Ovest (85%), delle Isole (84%), Nord Est (83%) e infine quelli del Sud (80%).
Politica ancora distante da una scottante realtà
“I risultati del sondaggio ci confortano nella nostra lotta, ma non ci stupiscono, perché sono in linea con tutte le altre rilevazioni sul tema. Sono l’ennesima conferma della distanza che esiste, e che si allarga sempre più, tra una realtà sociale sempre più significativa -quella di chi ha la vitale urgenza di poter decidere sull’interruzione della propria insopportabile sofferenza- e un establishment partitico sempre più autoreferenziale e terrorizzato anche soltanto dal discutere del tema”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
Il giudizio richiesto alla Corte costituzionale
Proprio nei prossimi giorni la Corte costituzionale si esprimerà nuovamente sul tema del “suicidio medicalmente assistito”, per la seconda volta dopo il caso di Dj Fabo quando la Corte ha stabilito che, per poter accedere legalmente all’aiuto medico alla morte volontaria, la persona deve essere in possesso di determinati requisiti: essere capace di prendere decisioni libere e consapevoli, essere affetta da patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili e che sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale.
Oggetto della nuova pronuncia dei giudici della Corte sarà, dunque, il requisito del “trattamento di sostegno vitale“, ossia quello che si presta a un’interpretazione più ambigua e con potenziali effetti discriminatori, a causa del quale tanti italiani sono costretti ad andare in Svizzera per accedere al suicidio medicalmente assistito oppure a dover subire, contro la propria volontà, condizioni di sofferenza insopportabile.
Questa pronuncia è attesa a seguito dell’aiuto fornito da Marco Cappato, Chiara Lalli e Felicetta Maltese a Massimiliano, toscano 44enne, affetto da sclerosi multipla e non dipendente da un trattamento di sostegno vitale in senso restrittivo, per raggiungere la Svizzera e poter ricorrere al “suicidio medicalmente assistito”.
La testimonianza di un malato terminale
Di seguito la storia di Martina Oppelli di Trieste, affette da sclerosi multipla, ammessa in giudizio durante l’udienza che si è tenuta in Corte costituzionale nel procedimento su cui la Consulta è chiamata a esprimersi per la seconda volta. Martina Oppelli: <Non avrei mai voluto prendere questa decisione, determinata da anni di sofferenza e da una patologia che non può essere curata e che per me è come una spada di damocle. Convivo con questi sintomi da un quarto di secolo e l’ho sempre fatto con dignità, con speranza, perché amo la vita, che è stupenda e va rispettata. Ma sono arrivata ad un punto in cui il dolore è devastante: io ormai muovo solo la testa, riesco ancora a lavorare tramite i comandi vocali, ma la fatica è tanta e non ce la faccio più. La mia non è una scelta di disperazione, ma una scelta d’amore verso la vita che ho avuto>.
Nel frattempo aumentano le richieste di informazioni sul fine vita tramite il “Numero Bianco” (attivo tutti i giorni allo 06.99313409) dell’Associazione Luca Coscioni, coordinato dalla psicologa nonchè compagna di Dj Fabo Valeria Imbrogno, e che oggi conta 45 tra volontari, medici, giuristi e operatori altamente formati che rispondono a quesiti sul fine vita.
Negli ultimi 12 mesi sono arrivate 15.559 richieste di informazioni sul fine vita. Si tratta di una media di 43 richieste al giorno con un aumento del 28% rispetto al 2022. Nel dettaglio: 3.302 scambi di informazioni su eutanasia e suicidio medicalmente assistito (9 richieste al giorno, +43% rispetto all’anno precedente) e 823 scambi rispetto all’interruzione delle terapie e la sedazione palliativa profonda (circa 2 richieste al giorno, +27% rispetto l’anno precedente).
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