L’incontro tra Vladimir Putin e il presidente iraniano Masud Pezeshkian, avvenuto ieri ad Ashgabat, in Turkmenistan, ha rappresentato un importante snodo diplomatico in un contesto internazionale sempre più teso, specialmente in Medio Oriente. Svoltosi a margine del forum internazionale per il 300esimo anniversario del poeta turkmeno Mahtumquli Fragi, il vertice ha evidenziato l’intenzione di rafforzare i legami tra Mosca e Teheran.
Durante i colloqui, Putin ha sottolineato l’importanza delle relazioni con Teheran, dichiarando: “Le relazioni con l’Iran sono per noi una priorità, e si stanno sviluppando con molto successo. Quest’anno abbiamo osservato una crescita degli scambi commerciali, anche se non ha ancora compensato il calo dello scorso anno. Tuttavia, la tendenza è positiva”. Queste parole rivelano la volontà di intensificare la cooperazione economica e politica tra i due Paesi, in un periodo in cui l’Iran è al centro delle tensioni regionali, specialmente dopo gli attacchi missilistici contro Israele.
Secondo quanto riportato da Armenpress, Pezeshkian ha definito il rapporto tra Iran e Russia “amichevole e strategico”, evidenziando l’importanza di intensificare la collaborazione non solo a livello politico, ma anche culturale, economico e sociale. “I nostri principi sono affini, così come le nostre posizioni sulla scena internazionale”, ha dichiarato il presidente iraniano.
L’incontro tra Putin e Pezeshkian è avvenuto in un momento particolarmente critico per la regione, aggravato dai recenti attacchi missilistici dell’Iran contro Israele. Solo pochi giorni prima, Teheran aveva lanciato missili balistici su Israele, provocando una risposta militare da parte di Tel Aviv, che ha intrapreso operazioni contro Hezbollah, il gruppo sciita libanese sostenuto dall’Iran, minacciando ulteriori ritorsioni. Questa escalation di tensioni ha reso l’incontro un evento cruciale per il futuro degli equilibri regionali e internazionali.
La Russia, che si è posizionata come mediatore in vari conflitti del Medio Oriente, ha di fatto sostenuto l’Iran nel suo scontro con Israele durante l’ultima riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dimostrando una certa vicinanza politica con Teheran. Tuttavia, questa partnership ha destato interrogativi: Mosca è pronta a schierarsi con l’Iran in caso di conflitto aperto con Israele? Gli esperti sono scettici. Nikita Smagin, esperto di studi orientali, su DW, l’emittente internazionale della Germania, ha dichiarato che “un coinvolgimento militare diretto della Russia è escluso” e che, sebbene Mosca possa fornire supporto tecnico e armamenti all’Iran, non rischierebbe un confronto aperto con Israele e gli Stati Uniti.
Nonostante la cooperazione crescente tra Russia e Iran, la natura della loro alleanza è complessa. Secondo Smagin, le relazioni tra i due paesi sono forzate da necessità strategiche più che da una vera affinità politica: “Russia e Iran sanno di non poter fare a meno l’uno dell’altro, ma non si comprendono né si amano particolarmente”.
Anna Borščevskaja, esperta del Washington Institute for Near East Policy, condivide questa visione e aggiunge che Putin non è disposto a spendere grandi risorse per sostenere l’Iran, preferendo una strategia più prudente. Inoltre, un Iran indebolito potrebbe essere vantaggioso per Mosca, dato che Putin non tollera rivali troppo forti, specialmente in una regione così strategica come il Medio Oriente.
Uno dei punti cruciali del dibattito internazionale è il ruolo dell’Iran nella guerra in Ucraina. Sebbene Teheran abbia negato ripetutamente di fornire missili balistici a Mosca, diverse fonti occidentali, tra cui The Wall Street Journal e CNN, hanno riportato consegne di missili da parte dell’Iran. The Guardian ha riferito che il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha dichiarato che la Russia potrebbe impiegare questi missili nelle prossime settimane per attaccare l’Ucraina.
Nonostante le smentite ufficiali, l’Iran ha già fornito droni Shahed all’esercito russo, contribuendo agli attacchi contro l’Ucraina. Tuttavia, come sottolinea Smagin, la Russia dipende meno dai droni iraniani rispetto all’inizio della guerra, grazie alla produzione interna di armamenti simili.
L’incontro di Ashgabat rappresenta solo l’inizio di una serie di colloqui tra Putin e Pezeshkian. A fine ottobre, i due leader si incontreranno nuovamente a Kazan’, in occasione del vertice dei BRICS, dove è previsto un altro incontro bilaterale. Nonostante le sfide e le tensioni, la relazione tra Russia e Iran continuerà a svilupparsi, con implicazioni importanti per la stabilità del Medio Oriente e per l’equilibrio delle forze a livello globale.