Trovato sepolto nella cripta della cattedrale di Nostra Signora Assunta in Cielo e San Nicola a Galway il vescovo Eamonn Casey che, nel 2017 sembrava aver chiuso la storia della sua scandalosa relazione di anni prima. Ma, nel luglio 2024, sono emerse nuove inquietanti accuse.
L’ex CEO del National Board for Safeguarding Children in the Catholic Church in Ireland, Ian Elliott, ha descritto il vescovo Eamonn Casey come “un predatore sessuale” in un nuovo documentario che è stato trasmesso su RTÉ One e RTE Player.
In un’inchiesta “Bishop Casey’s Buried Secrets” condotta da RTÉ, in collaborazione con l’ Irish Mail on Sunday, la reporter Anne Sheridan esamina la gestione da parte della Chiesa cattolica delle accuse contro l’ex vescovo di Galway, Eamonn Casey, iniziate verso il 1992.
Eamonn Casey una storia di segreti noti
L’ex presidente dell’Irlanda Mary McAleese era consulente legale dei vescovi irlandesi il giorno in cui scoppiò la storia nel 1992. Ossia quando i giornali scoprirono che monsignor Eamonn Casey nei primi anni ’70 aveva avuto una relazione sessuale con Annie Murphy, una cittadina americana. Insieme ebbero un figlio, Peter, nato nel 1974 a Dublino. Annie Murphy in seguito affermò che durante la gravidanza monsignor Casey aveva tentato di persuaderla a dare il bambino in adozione alla nascita. Scelse di non farlo e lo allevò con l’aiuto dei suoi genitori.
Annie Murphy decise di rendere pubblica la relazione dopo che si interruppero le trattative sul pagamento delle tasse universitarie di Peter. Annie, che aveva chiesto il pagamento di 150.000 dollari parlò alla stampa irlandese per rivelare la faccenda. L’anno successivo pubblicò un libro, “Forbidden Fruit”, dove rivelava i dettagli della loro relazione.
l’ex presidente che ha lavorato con il vescovo Casey è rimasta “scioccata” dalle rivelazioni di quest’anno, secondo le quali egli è accusato di abuso sessuale di minori da parte di persone diverse. Mary McAleese racconta al documentario RTÉ: “Era molto amato e ci sono persone che sono pronte a perdonare tutto. Ma allora, forse, loro sanno tutto?”
Mary McAleese ha inoltre affermato che la Chiesa ha protetto i clericali abusatori, tra cui il vescovo Eamonn Casey, attraverso una “falsa deferenza”, concedendo loro “una santità che non è mai stata loro”.
Le accuse a carico di Eamonn Casey
La prima accusa nota di pedofilia contro Casey è stata presentata nel 2001 da una donna non identificata. che ha affermato di essere stata abusata sessualmente da Casey in due occasioni, quando era cappellano presso la St Joseph’s Reformatory School di Limerick nel 1956.
Successivamente questa donna ha intentato un’azione legale presso l’Alta Corte contro Casey per danni personali, sostenendo che Casey l’aveva aggredita sessualmente a Limerick, quando aveva quindici anni. Alla fine alla donna è stato riconosciuto un risarcimento finanziario tramite il Residential Institutions Redress Board.
L’inchiesta include un’intervista a Patricia Donovan, sua nipote e accusatrice, tra i tanti, del vescovo Eamonn Casey. Sostiene che lui l’ha violentata per la prima volta all’età di cinque anni e che gli abusi sessuali sono continuati per un decennio, ha poi denunciato l’uomo nel 2019.
Chi sapeva ha taciuto
Ian Elliott, ex CEO del National Board for Safeguarding Children in the Irish Catholic Church, che ha conoscenza diretta della denuncia di Patricia Donovan contro il vescovo Casey, ha dichiarato nell’inchiesta di aver trovato nel racconto di Patricia “una testimonianza del tutto credibile”. Ian Elliot, ha sescritto il vescovo Casey come “un trasgressore, un predatore sessuale. Il fatto è che gli individui si sono fatti avanti e hanno parlato di… numerose attività sessuali, alcune consensuali, altre no. Molte hanno coinvolto persone molto giovani. Ciò è sbagliato e non c’è giustificazione per questo, e avrebbe dovuto essere fermato… Coloro che sono stati angosciati e feriti devono essere aiutati e sostenuti dalla Chiesa. Questa è una priorità fondamentale”.
Patricia Donovan racconta al documentario tutto quello che le ha fatto, e dove le ha fatto. L’orrore di essere stata violentata da lui all’età di cinque anni e la violenza. Ha continuato per anni perché non aveva paura di essere scoperto. Pensava di poter fare ciò che voleva, quando voleva e come voleva. Eamonn Casey avrebbe abusato sessualmente di numerosi bambini oltre che della nipote, e avrebbe avuto rapporti sessuali con molte donne adulte.
Il documentario da voce anche ad amici, colleghi e sostenitori, che trovano ancora difficile credere alle accuse mosse contro di lui, mentre la nipote del vescovo, Patricia Donovan, sottolinea come la Chiesa in cui è cresciuta l’abbia completamente e totalmente tradita.
La Chiesa e le indagini su Eamonn Casey
Nel 2019, la diocesi di Galway ha confermato di aver ricevuto una sola accusa di abuso sessuale su minori contro il vescovo Eamonn Casey. Sono però presenti e confermate registrazioni di almeno cinque persone che avevano denunciato abusi sessuali su minori contro il vescovo Casey. Accuse indipendenti che si riferiscono a eventi accaduti in ogni diocesi irlandese in cui il vescovo Eamonn Casey ha lavorato.
“Bishop Casey’s Buried Secrets ” rivela che la diocesi di Limerick abbia pagato oltre 100.000 € di risarcimento a uno degli accusatori del vescovo Casey dopo la sua morte. L’attuale vescovo di Limerick, il dott. Brendan Leahy afferma: ”Esprimo profondo dolore e rammarico a chiunque sia stato ferito da abusi clericali, comprese le persone a cui si fa riferimento in questo documentario. Meritano il nostro rispetto, la nostra fede e il nostro sostegno. Senza commentare alcuna accusa specifica, non ho motivo di non credere a nessuna delle accuse fatte”.
In una dichiarazione pubblica eccezionale rilasciata al documentario, il Vaticano conferma, per la prima volta, che il vescovo Casey è stato formalmente rimosso dal ministero pubblico nel 2007, in seguito ad “accuse”. Accuse che includevano la denuncia di abusi sessuali su minori da parte della nipote Patricia Donovan. La restrizione è continuata per gli ultimi dieci anni della sua vita, ma non è stata mai resa pubblica durante la vita del vescovo Casey.
Il documentario/inchiesta ha portato alla luce le prove che il vescovo Casey ha sempre agito come voleva, violando le sanzioni del Vaticano e presentandosi in pubblico come un prete in regola per molti anni. La diocesi di Galway lo ha confermato, ma ha affermato che il defunto vescovo Martin Drennan, al tempo responsabile del controllo delle restrizioni, ha rimproverato ogni volta il dott. Casey quando violava le sanzioni.
Il Vaticano investigava e taceva
I vescovi irlandesi, all’inizio del 2006, comunicarono che Eamonn Casey sarebbe tornato in Irlanda dall’Inghilterra per andare in pensione. Intanto il Vaticano aveva ricevuto almeno due accuse di abusi sessuali su minori contro il vescovo Casey. Le indagini della Chiesa erano in corso, anche se il DPP avesse deciso di non processarlo. Ma processo investigativo seguito dal Vaticano rimane un mistero. Non si sa se le sanzioni imposte al vescovo Casey fossero punitive o precauzionali.
Dopo ripetute richieste di informazioni, il Vaticano ha ora rilasciato una dichiarazione eccezionale a RTÉ. Il Vaticano afferma che in seguito a “accuse” non specificate, “al vescovo Eamonn Casey era stato chiesto di non esercitare pubblicamente il ministero” e che ciò era stato “ribadito formalmente” sia nel 2006 che un anno dopo. Il Vaticano ha anche rivelato che non è mai stato reintegrato, nonostante le sue insistenze e indipendentemente dall’esito delle procedure civili.
È stato chiesto un chiarimento all’arcivescovo Charles Scicluna, presidente del dipartimento vaticano, responsabile della gestione delle denunce di abusi sessuali su minori, ma liquida con: “I casi riguardanti i vescovi sono riservati al Santo Padre personalmente e solo la Segreteria di Stato sarebbe in grado di condividere le informazioni”.
Nonostante le sue dimissioni da vescovo di Galway nel 1992, rimase vescovo fino al giorno della sua morte e affermò che era stato ingiustamente rimosso dal ministero.
In conclusione
Eamonn Casey non ha mai ricevuto condanne nei tribunali penali. Interrogato dai Gardaí, nessuna incriminazione nonostante le denunce. Il vescovo ha costantemente negato tutte le accuse di abusi sessuali su minori mosse contro di lui. Era pronto ad andare in tribunale per difendere la sua reputazione dopo che due dei suoi accusatori avevano intentato cause civili contro di lui. Malgrado tutte le denunce segnalate al corpo di polizia della Repubblica d’Irlanda, non è seguito nessun processo per alcun crimine sessuale.
Il Vaticano è arrivato al punto di ritirare Casey dal ministero pubblico per gli ultimi 12 anni della sua vita. Ha ripetutamente rifiutato di espellerlo o scagionarlo. Effettuati pagamenti di risarcimento e firmati accordi di riservatezza per coprire tutto.
Ciononostante, Casey morì con accuse pendenti di abusi su minori a suo carico, tutte da lui sempre negate.