Difficile da credere ma, anche in Lombardia, curarsi è diventato impossibile per chi non ha la possibilità di mettere mano al portafoglio. Telegiornali, stampa, programmi televisivi non fanno altro che parlare dei problemi in alcune regioni d’Italia dimenticando, però, di affrontare il problema presente in Lombardia.
Se consideriamo che la Lombardia è la regione per eccellenza alla quale tutti puntano per curarsi, per coloro che vivono nei 1502 Comuni e nelle 11 province (più la città metropolitana di Milano), trovare una disponibilità per una visita o un esame urgente è diventato un incubo.
Prenotazioni chiuse o scadenze inaccettabili
Più volte sollecitati, ricette alla mano di alcuni lettori, abbiamo seguito passo passo la ricerca, a volte disperata, di una visita specialistica o di un esame urgente. Vi raccontiamo l’iter.
Ricetta con richiesta di Risonanza Magnetica senza contrasto, con carattere di urgenza (da eseguire entro 10 giorni). Accediamo attraverso il fascicolo sanitario elettronico di Regione Lombardia. Il sito mette in evidenza: “ti ricordiamo che la priorità riportata sulla prescrizione prevede che l’appuntamento deve essere fissato entro 12 giorni da oggi” (e già qua ballano due giorni). La persona che necessità di questo esame urgente abita a Milano, quindi eseguiamo la ricerca in città.
Prime disponibilità: 10 settembre 2025, ore 8.40 – HUMANITAS oppure 17 settembre 2025, ore 8.55 – HUMANITAS
Avendo necessità di risolvere il “quesito diagnostico”, effettuiamo la ricerca su tutto il territorio lombardo.
Questa la risposta: Al momento non ci sono disponibilità online idonee alla prescrizione, chiama il Contact Center Regionale al Numero Verde 800.638.638 da rete fissa o 02.999599 da rete mobile per verificare eventuali disponibilità.
A questo punto, abbiamo preso in mano il telefono e abbiamo chiamato il Centro prenotazioni come suggerito. L’operatrice, dopo averci fatto dire:
cognome, nome, indirizzo, codice fiscale, numero ricetta, priorità prescrizione, quesito diagnostico, numero di telefono e email, ci ha messo in attesa. Risultato: le agende sono chiuse. Non c’è possibilità di prenotare l’esame richiesto. Riprovate sul sito nei prossimi giorni.
Prenotazioni aperte, scadenze brevissime. A pagamento, però.
A questo punto, abbiamo iniziato a chiamare qualche ospedale e qualche centro convenzionato con il SSN. Ci siamo limitati alla città di Milano. Le prime disponibilità per effettuare l’esame: massimo 48 ore. Costo della Risonanza Magnetica: da euro 390 a euro 450.
La risonanza magnetica è un esame diagnostico non invasivo che viene prescritto da un medico specialista per rilevare o escludere la presenza di determinate patologie. Si tratta di una prestazione specialistica ambulatoriale a carico del Servizio Sanitario Nazionale, mentre il paziente deve pagare solo il ticket. In questo caso il costo della risonanza magnetica con il SSN sarebbe di circa 46,15 euro.
Curarsi in Lombardia: ecografia muscolo tendinea con carattere di urgenza
Abbiamo a questo punto ripetuto la stessa procedura con una prescrizione diversa di un altro paziente. La persona aveva bisogno di sottoporsi a un’ecografia muscolotendinea. Il risultato? Il medesimo. Nessuna disponibilità per il 2024. Prima disponibilità 24 maggio 2025. Ovviamente, effettuando l’esame privatamente, l’ecografia poteva essere eseguita il 23 settembre 2024. Costo indagine ecografica eseguita privatamente: 100 euro, mentre, il costo ticket SSN sarebbe di euro 28,41.
Ecografia mammaria, visita ortopedica di controllo, visita ginecologica e così via…
Ci siamo voluti togliere ogni dubbio e abbiamo recuperato, a questo punto, delle ricette per degli esami di controllo di alcuni lettori che, per via dell’età o per patologie pregresse, dovrebbero fare un controllo annuale. Liste chiuse. Sia sul sito della regione Lombardia, sia attraverso il Call Center.
Una gita nei P.S. di due ospedali milanesi e dei relativi centri prenotazione
Armati di (tanta pazienza), siamo andati in qualche pronto soccorso milanese e nei centri prenotazioni all’interno delle strutture per capire qual è la reale situazione. Abbiamo scelto un ospedale in centro città e il famosissimo ospedale Niguarda.
Nei P.S., oltre a tantissimi anziani, abbiamo trovato solo stranieri, di qualunque etnia, con codici “bianchi” o, al massimo verdi, in attesa di una visita per “raffreddore, tosse, febbre, mal di pancia”. Nessuno moribondo. Abbiamo provato a chiedere da quante ore erano in attesa: dalle 5 alle 8 ore. Persone in attesa: 44 (escludendo ovviamente i codici di emergenza).
Ciò che ci ha lasciato senza parole è che tra tutte le persone in attesa, è stato chiesto agli accompagnatori degli anziani di abbandonare la sala d’attesa per liberare posti a sedere mentre, per mamme con 2/3 figli al seguito, essendo tutti minori, tutti dentro. Un asilo.
Siamo quindi passati al centro prenotazioni. Qui invece abbiamo assistito a una scena imbarazzante. Una signora, di origine musulmana, era allo sportello accettazione per eseguire una visita ginecologica con al seguito marito e bambino in passeggino. Il consorte della signora ha voluto sapere se, il medico che avrebbe effettuato la visita specialistica alla moglie fosse un uomo o una donna. L’mpiegato dello sportello ha replicato, in quel momento erano disponibili sono ginecologi di sesso maschile. Il signore si è infuriato e ha sollevato un polverone ricordando che la sua religione non permette che la moglie sia visitata da un uomo.
Viva l’integrazione!
Non vogliamo passare per razzisti perché non lo siamo e non lo saremo mai ma queste cose non possono succedere e non ci si può piegare ogni volta all’arroganza di chi, ospitato nel nostro Paese, pretende di essere curato secondo il proprio credo religioso.
La pandemia
Sicuramente gli anni di lockdown hanno amplificato il problema. Tutto il tempo in cui ci hanno tenuto in casa, non permettendoci di poter effettuare le visite di routine, hanno imballato gli ospedali. E, sicuramente, la chiusura di molti reparti di analisi e visite specialiste per paura del Covid-19, hanno aumentato il numero di malati che, non potendo fare visite di controllo, si sono ritrovati con patologie severe.
Questo problema va risolto. In Lombardia come in tutta Italia.
La povertà
Per una buona parte della popolazione, gli stipendi sono ridotti all’osso e spesso, quando si ha famiglia, bisogna scegliere se mettere un piatto di pasta in tavola o spendere dei soldi per curarsi. E’ comunque un cane che si morde la coda: andando avanti di questo passo, le persone non riuscendo a curarsi peggioreranno il loro stato di salute. L’assenza dal posto di lavoro diventerà sempre più lungo e i piatti di pasta… diminuiranno.
Segnalazioni
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