I giornali di oggi nel commentare le nomine della nuova Commissione Europea con la vice presidenza andata a Raffaele Fitto si dividono in maniera molto netta, a seconda della tifoseria politica. C’è quindi chi parla di successo del governo e chi di Italia indebolita.Analisi parziali però che come difetto principale hanno quello di limitarsi a considerare la poltrona ottenuta oggi dall’Italia, paragonandola con il passato. La questione però è ben diversa.
Perché 5 anni fa la nomina a Commissario Europeo per l’Economia andata a Paolo Gentiloni venne ottenuta con il voto a favore dell’allora governo Italiano e del Pd. Oggi Meloni incassa una vicepresidenza dopo aver votato contro alla maggioranza Ursula. Lo ricordate? Erano le ore in cui Fratelli d’Italia si era opposta alla maggioranza che aveva perso le elezioni europee ma di fatto al grido di «tutti uniti contro gli estremisti e i populisti» aveva trovato i numeri (risicati) per governare. Dopo quel No della premier e del suo partito giornali e commentatori avevano raccontato di «scelta sbagliata» da parte di Meloni che avrebbe «indebolito l’Italia» a cui «sarebbe andato in Commissione un ruolo marginale».
Oggi scopriamo invece che mai decisione fu più azzeccata. Giorgia Meloni ha tenuto il punto sul posizionamento del suo partito ottenendo ieri un incarico prestigioso ottenuto solo per la alta considerazione della stessa Von del Leyen verso il nostro governo e il nostro Paese senza alcun «voto di scambio». Perché la realtà è che oggi l’Italia sta meglio di Germania e Francia, tanto per fare due nomi a caso, sia dal punto di vista economico che, soprattutto, per le debolezze del governo Scholz e la crisi di Macron. Se poi volete entrare nel vortice della lite sul tema «pesa di più la poltrona di Fitto o quella di Gentiloni?» Fate pure… Ps. È doveroso un accenno alla guerra violenta nel Movimento 5 Stelle. Che si riassume in una battuta: il «Vaffa» una volta i grillini lo dicevano agli altri, ora lo dicono a loro stessi.
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