Beetlejuice Beetlejuice

Conduttrice televisiva esperta in fantasmi torna a casa per la morte del padre. Quando la città di riferimento è Winter River e la signora si chiama, Lydia Daetz potrebbe accadere qualsiasi cosa. Con il suo circo di personaggi eccentrici la famiglia arriva nella cittadina per celebrare le esequie ma quello sarà solo il pretesto per dar via allo show. I poteri medianici della giornalista riporteranno in vita uno spirito dispettoso dal suo riposo trentennale riposo. Beetlejuice Beetlejuice è un film del 2024 diretto da Tim Burton.

Seguito della pellicola datata 1988 vede il ritorno di Michel Keaton e Winona Ryder nel ruolo dell’ironico trapassato e in quello di Lydia. Il regista torna alle origini ripescando il personaggio che lo aveva lanciato nel cinema e lo fa con un’accurata riproposizione delle atmosfere gotico ironiche del primo film . Un lavoro che lascia la trama in secondo piano per svilupparsi in maniera frammentata su una serie di gag perfettamente allestite.Ripescare il noto non sempre si rivela una buona idea ma in questo caso Burton reinventa il vecchio aggiornandolo alla comunicazione del ventunesimo secolo. Fin dai titoli di testa si apprezzano le intuizioni creative e il coraggio di osare che hanno fatto del regista un pioniere del cinema di genere.

Ottima la maschera di Keaton che non rinuncia alle classiche citazioni, in parte forbite, costruendo quell’alone ironico perfettamente a metà tra parodia e spavento.L’intento non è un’operazione nostalgia ma coinvolgere le nuove generazioni fornendo loro una serie di anime in cui potersi identificare. L’eccesso, stile Pixar, scelto da Burton funziona non solo grazie al cast (ottima la Ortega) ma anche a una buona fotografia e a costumi in grado valorizzare la scena.  Il film è un circo da ammirare senza farsi eccessive domande. Un’esagerazione apparentemente a caso ma carica di fascini che oscillano tra l’oltretomba, il demenziale e Dostoevskij.