“Dolore lacerante che si aggiunge al dolore shock che dal 7 ottobre a oggi ci sfinisce al pensiero degli oltre 1200 cittadini israeliani, brutalmente assassinati dai terroristi di Hamas e dei 247 ostaggi (di cui 30 bambini) tenuti in condizioni inumane nei tunnel a Gaza. Questa notte con il ritrovamento di altri sei ostaggi assassinati brutalmente poche ore prima di essere rintracciati a conferma ancora una volta della barbarie di cui è capace Hamas e legittimata da chiunque, anche in Italia e nelle istituzioni internazionali, continuando a dare retta alla distorsione e all’abuso propagandistisco di ogni concetto di religione e di Stato. Leggere e ascoltare media, istituzioni e accademici italiani che continuano a disconoscere lo stupro, la tortura e l’abuso è proprio quel che desiderano i terroristi. Ci uniamo rispettosamente in un unico abbraccio al dolore e al lutto delle famiglie di Carmel Gat, Eden Yerushalmi, Hersch Goldberg-Pollin, Alexander Lubnov, Almog Sarousi e del sergente Uri Danino. Esprimiamo vicinanza anche alle famiglie dei tre poliziotti Arik Ben Elyahu, Hadas Barnez e Roni Shkori assassinati questa mattina nell’attacco nella giudea vicino Tarkumia. Dolore che è di uno Stato intero e del popolo di Israele nel suo insieme. Questo è il momento dell’unione e della coesione e di far comprendere chi è Hamas e il suo mandante contro il quale Israele agisce in difesa ed è l’unico appello che in queste ore desideriamo rivolgere come voce delle Comunità ebraiche italiane, comprendendo che ogni scelta di trattativa comporta dilemmi morali e questioni etiche mai prima vissute con tanta angoscia e fatiche per la popolazione, le famiglie e i rappresentanti politici. Oggi in Israele il primo giorno di inizio delle scuole cosa si insegna ai figli dopo questo massacro? L’amore per la vita e desiderio di pace e convivenza, con chiarezza che il nemico è chi semina odio e disconoscimento. Il 7 ottobre è alle porte con il monito sempre più impellente di recuperare vite e spazi di vita nell’intero territorio israeliano”. Così Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
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