La guerra in Ucraina ha raggiunto un punto critico, con le Forze Armate che si trovano a fronteggiare una situazione sempre più difficile nel Donbass e nella regione di Kursk. Gli ultimi sviluppi sul campo di battaglia indicano che le truppe russe stanno guadagnando terreno in modo preoccupante, mentre le difese ucraine vacillano sotto la pressione crescente.
Nel sud del Donbass, le truppe russe hanno intensificato la loro offensiva, mettendo a dura prova le difese ucraine. La situazione è peggiorata notevolmente quando il gruppo russo ha lanciato un attacco inaspettato verso Selidovo, un’importante città ucraina nella regione. Questo movimento ha creato una crisi nella difesa ucraina, che non sono riuscite a contenere l’offensiva, perdendo il controllo della zona di Karlivka entro il 30 agosto 2024.
Le truppe russe non si sono fermate lì; hanno continuato la loro avanzata nell’Ucraina orientale, da Mar’inka e Krasnogorovka verso Kurachovo, un nodo logistico cruciale per le truppe ucraine. Il crollo delle difese ucraine in questa regione potrebbe avere conseguenze strategiche devastanti, non solo per il Donbass, ma per l’intera campagna militare ucraina.
Nonostante la grave crisi nel Donbass, le Forze Armate ucraine hanno continuato a concentrare le loro risorse sull’operazione nella regione di Kursk, in Russia, dove stanno cercando di avanzare verso il nord e l’ovest. Tuttavia, anche qui la situazione è complicata. Dopo un iniziale successo, l’avanzata delle truppe ucraine si è rallentata. Gli attacchi con gruppi mobili corazzati, che avevano dato i primi frutti, non stanno più portando ai risultati sperati. I russi hanno rafforzato il fronte, infliggendo pesanti perdite agli ucraini con droni, missili anticarro e artiglieria.
Le Forza Armate ucraine sono riuscite a conquistare alcuni villaggi strategici, come Martynovka, ma l’obiettivo finale di raggiungere il centro distrettuale di Bolšoe Soldatskoe appare ancora lontano. Inoltre, gli sforzi per eliminare le barricate russe lungo la strada Sudža-L’gov si sono rivelati infruttuosi, e le forze ucraine non sono riuscite a prendere il controllo di Malaja Loknja.
La situazione a est di Sudža è particolarmente preoccupante. Le truppe russe non solo hanno fermato l’avanzata ucraina, ma stanno anche lanciando contrattacchi, con l’obiettivo di respingere le milizie ucraine oltre il fiume Psel. Questa controffensiva potrebbe rappresentare un punto di svolta, mettendo in pericolo l’intera operazione ucraina nella regione.
Mentre la guerra infuria, la Russia ha intensificato le misure di sicurezza nelle sue regioni di confine.
Nel dicembre 2022, Vjačeslav Gladkov, governatore della regione di Belgorod, aveva annunciato la formazione di battaglioni di difesa antiterrorismo: “Stiamo formando diversi battaglioni di coloro i quali, a causa delle condizioni di salute o dell’età, non possono essere arruolati nelle forze armate, ma che hanno esperienza di combattimento e un grande desiderio di difendere le loro case e le loro famiglie, se necessario”, aveva dichiarato alla stampa.
A giugno del 2024, secondo la pubblicazione online 7 x 7, queste unità erano già operative in sei regioni russe, tra cui Belgorod, Brjansk, Kursk, Voronec, Orel e Pskov. Queste “milizie”, come vengono chiamate dai locali, si sono finora sostenute autonomamente o con l’aiuto delle autorità locali. Tuttavia, il 22 agosto, il governatore della regione di Brjansk, Aleksandr Bogomaz, ha lamentato la mancanza di fondi durante un incontro con il presidente russo Vladimir Putin, affermando che le attività di difesa sono state finora finanziate esclusivamente dai bilanci regionali, già fortemente limitati. Bogomaz ha sottolineato la necessità di un supporto federale per espandere e sostenere queste forze di difesa: “Oggi stiamo facendo tutto questo a spese del bilancio regionale. Prima di tutto, potremmo ridurre il peso sul bilancio, che è povero, e ampliare il numero di partecipanti alla difesa territoriale”, ha dichiarato.
Putin ha risposto ordinando la risoluzione immediata del problema, riconoscendo l’importanza di queste unità nel mantenere la sicurezza nelle regioni di confine. Nella regione di Belgorod, le unità di autodifesa contano attualmente circa 6.000 persone, organizzate in due reggimenti che già svolgono compiti di combattimento lungo il confine.
La crisi nella regione di Kursk ha avuto un impatto significativo anche sul reclutamento nelle forze armate russe. Nella regione di Rostov, l’agenzia di stampa TASS ha riferito che il numero di persone che desiderano prestare servizio a contratto è aumentato del 20% dopo gli eventi nella regione di Kursk e l’aumento dei pagamenti per i contractor. Questo aumento di interesse per il servizio militare è un chiaro segnale della crescente tensione e della percezione di una minaccia imminente.
“Il numero di candidati per il servizio militare a contratto è aumentato significativamente, passando da 30-35 persone il mese scorso a 50 attualmente”, ha dichiarato il maggiore Igor Minjukov, vicecapo del punto di selezione per il servizio militare a contratto a Rostov-sul-Don. Questo incremento è avvenuto dopo che le autorità della Regione di Rostov hanno quasi raddoppiato i pagamenti forfettari – somme di denaro che vengono erogate una tantum – per coloro che firmeranno un contratto con le Forze Armate russe entro il 31 agosto, portandoli fino a 1,2 milioni di rubli (circa 12.000 euro), rispetto ai precedenti 700.000 rubli (circa 7.000 euro).
Nel frattempo, nella regione di Brjansk, è stato emesso un ordine temporaneo che impone l’uso di mezzi di protezione speciale, come giubbotti antiproiettile e caschi, “al fine di proteggere la vita e la salute dei ferrovieri”. La notizia è stata riportata il 22 agosto dal canale Telegram Baza, che ha pubblicato una fotocopia della disposizione firmata l’8 agosto dal capo ad interim del centro operativo delle stazioni ferroviarie di Brjansk. Nel documento si specifica che i lavoratori di diverse stazioni sono stati equipaggiati con questi mezzi di protezione “per evitare lesioni da schegge”.
Le autorità russe hanno anche avviato esercitazioni di evacuazione nelle regioni di confine, preparando centri di accoglienza temporanea in caso di emergenza. A Belgorod, sono stati costruiti nuovi rifugi antiaerei e implementate misure di sicurezza per proteggere i civili dagli attacchi dei droni ucraini.
Il Ministero degli Interni della Federazione Russa ha anche invitato i residenti delle regioni di Brjansk, Kursk e Belgorod a evitare l’uso di telecamere di videosorveglianza, dashcam e servizi online. “Il nemico sta identificando in massa gli intervalli di indirizzi IP nei nostri territori e si collega da remoto alle telecamere di videosorveglianza non protette, monitorando tutto, dai cortili privati alle strade e autostrade di importanza strategica. Per questo motivo, se non c’è una necessità urgente, è meglio non utilizzare le telecamere di sorveglianza”, si legge in una nota dell’Ufficio per la lotta contro l’uso illecito delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione del Ministero degli Interni russo, citata ampiamente dai media russi a partire dal 20 agosto.
Ai militari e al personale delle regioni di Kursk, Brjansk e Belgorod è stato inoltre raccomandato di proteggere i propri dati personali, rimuovendo tutte le geotag e le associazioni di foto con geolocalizzazione sui social media, al fine di impedire l’individuazione delle posizioni effettive di militari e forze di sicurezza.
Mentre la guerra continua, l’Ucraina si trova di fronte a sfide sempre più difficili sia nel Donbass sia nella regione di Kursk. Le truppe russe avanzano su più fronti, mettendo a dura prova le capacità difensive delle Forze Armate ucraine. In questo contesto, cresce il pericolo che la centrale nucleare di Kursk possa essere colpita, innescando un disastro nucleare con conseguenze devastanti non solamente per la regione. Allo stesso tempo, la Russia sta rafforzando le sue difese nelle regioni di confine, preparandosi a un conflitto prolungato e potenzialmente ancora più devastante.
Le prossime settimane saranno cruciali per determinare il corso della guerra. Le decisioni strategiche che verranno prese, sia a Kiev che a Mosca, potrebbero avere conseguenze di vasta portata, non solo per l’esito del conflitto, ma anche per il futuro della sicurezza in Europa e oltre.