Ucraina, il fronte sud orientale cede

Le truppe russe sono ormai a 8 km dalla città di Poktovsk. Dopo la presa della fortezza rappresentata dalla cittadina di Avdiivka, avvenuta nel febbraio di quest’ anno, l’Esercito del Cremlino ha avuto come obiettivo principale la cattura di questa località, perché Pokrovsk non è uno dei tanti nomi segnati sulla mappa dell’Ucraina che in questi anni abbiamo faticosamente mandato a memoria. Pokrovsk è al centro di un sistema di ferrovie ed autostrade che fino a qui hanno garantito il rifornimento alle truppe ucraine su tutto il fronte orientale. Con i russi a 8 km possiamo già dare per spacciato il suo sistema ferroviario, ormai sotto bombardamento costante, ancora pochi chilometri e l’autostrada che da Pokrovsk porta a Chasiv Yar, il caposaldo che resiste a nord del fronte, cadrà in modo stabile nel raggio di fuoco dei mortai e dei droni a basso costo. Ciò che impressiona gli osservatori è la rapidità con cui i russi hanno iniziato ad avanzare a partire dal mese di luglio, e questa rapidità aumenta di giorno in giorno. Sembra che gli ucraini abbiano rinunciato a difendere e la causa più probabile di questa ritirata è la mancanza di personale. Non serve costruire una fortificazione se poi non c’è quasi nessuno a difenderla. Dove sono le riserve ucraine?

Molte di esse sono a combattere nelloblast russo di Kursk che hanno recentemente attaccato. Nell’ oblast di Kursk non sta accadendo più nulla di sostanziale, l’area dove si segnala la presenza ucraina è più o meno la stessa da almeno una settimana: il “cambio di narrazione” sulla Guerra in Ucraina per ora consiste in una stabile macchia azzurra sulla carta geografica della Russia, la quale – azzardiamo l’ipotesi – nel giro di poco tempo smetterà di interessare i cronisti e di sollevare il morale agli ucraini. Intanto tra i russi e Pokrovsk si frappone soltanto un’ultima linea di fortificazioni. Se gli ucraini hanno ulteriori riserve da gettare in battaglia sul fronte orientale non ci è dato sapere, in ogni caso finora non si sono viste. Il sospetto che, con l’invasione del Kursk, gli ucraini abbiano giocato un formidabile azzardo con una pessima mano di carte si fa sempre più forte. 

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