L’attacco ucraino nell’oblast di Kursk procede. Il limite ovest del saliente entro il quale l’attacco ucraino si è arrestato è il paese di Korenevo, gli ucraini non sono riusciti a conquistare Korenevo ma oggi le loro truppe sono avanzate decisamente a nord-est di questo insediamento ed ora dovrebbero essere giunte sino al villaggio di Semenovka, qui siamo ormai distanti una trentina di chilometri dal confine. La posizione ucraina è particolare, sembrerebbe che gli ucraini siano scivolati alle spalle della linea di difesa russa che copriva il lato centrale del saliente che hanno creato. In questo settore la situazione è dunque molto fluida e si attende che la situazione possa chiarirsi nei prossimi giorni.
Sul lato ovest del saliente, nei primi giorni dell’attacco, gli ucraini hanno conquistato il paese di Suzda (il più grande insediamento finora catturato: circa 5.000 abitanti), lungo Suzda passa l’autostrada H200 che porta a Kursk. I russi si sono precipitati a fermare le truppe di Kyiv lungo quell’arteria. Le truppe russe hanno tentato di bloccare gli ucraini a Martynovka – poco più a nord di Suzda – dove alcune formazioni della loro fanteria di marina hanno dato battaglia alle truppe ucraine in avanzamento. I combattimenti si sono protratti per tutta la settimana ma sembra che oggi i marines russi siano stati definitivamente sloggiati da Martynovka; gli ucraini a questo punto hanno potuto riprendere la loro avanzata e questa sera erano dati ormai in prossimità di Bol’shoe Soldatovske, una quindicina di chlometri più a nord di quanto fossero ieri. Nel loro attacco nell’oblast di Kursk gli ucraini hanno superato il confine russo anche in un altro punto, situato più a est rispetto alla breccia prodotta dall’attacco iniziale; sono penetrati nella foresta di Ozerki, hanno conquistato un paio di villaggi a ridosso del confine ed oggi hanno attaccato l’area dei paesi di Belitsa e Gir’i, ma la loro colonna è finita in un imboscata, ha avuto perdite significative e si è ritirata.
Dopo otto giorni dall’invasione ucraina dell’oblast russo di Kursk non possiamo certamente più parlare di “effetto sorpresa”; l’area dell’attacco ormai è nota allo Stato Maggiore del Cremlino ma non sembra che i russi stiano riuscendo ad applicare una reazione efficace. Oltre alle formazioni di Fanteria di Marina di cui abbiamo parlato, contro gli ucraini sono state per ora inviate unità di coscritti (che sono autorizzati a combattere in territorio russo) e formazioni cecene del Battaglione Akhmat, ma queste truppe hanno finora dato un ben scarsa prova di sé visti gli esiti sul campo. Questo ritardo a reagire sta dando agli ucraini la possibilità di trincerarsi – se lo decideranno – sui territori russi catturati e questo renderà molto complicato ogni futuro tentativo russo di respingere il nemico oltre confine.
Se a Kursk gli ucraini ottengono per ora dei successi le notizie provenienti dal fronte del Donbass – ricordiamo: il vero fronte principale di questa guerra – per loro sono molto negative. I russi continuano ad avanzare, in modo incrementale ma continuo, (sul fronte del Donbass non c’è alcuno stallo ma un’offensiva che procede lentamente ma ottiene risultati ogni giorno). La truppe del Cremlino sono ormai a 15km da Pokrovsk e sono ad un passo dal centro abitato di Toretsk; Chasiv Yar, più a nord, si difende disperatamente. Il fronte si sta avvicinando pericolosamente a Kostantinivka, da lì inizia l’autostrada che porta a Kramatorsk e Slovyansk, le ultime due città importanti del Donbass ancora in mano gli ucraini. Non risulta che l’attacco subito dai russi a Kursk abbia prodotto alcuna diminuzione della loro attività o del numero delle loro truppe impegnate nel Donbass.
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