Dall’inizio del 2022 la Russia è stata teatro di una serie di morti enigmatiche che hanno coinvolto figure di spicco nei settori del gas, della finanza e della politica. Ufficialmente dichiarati suicidi, questi decessi appaiono tutt’altro che chiari lasciando dietro di sé un alone di mistero e sospetto, alimentato dal modus operandi con cui si verificano e dal contesto in cui avvengono. Pur adottando un approccio pragmatico, non si può ignorare una strana regolarità con cui coloro che conoscevano in profondità il funzionamento del settore petrolifero e del gas, oltre a importanti personalità del mondo della finanza e dell’imprenditoria, sono scomparsi in circostanze oscure. Questi settori non sono mai stati completamente trasparenti, come, purtroppo, avviene quando si tratta di enormi somme di denaro e contratti di rilevanza internazionale. Inoltre, bisogna tener conto oggi, le sanzioni globali stanno rapidamente rimodellando le regole del gioco nel mercato energetico russo, rendendo alcuni individui potenzialmente ‘scomodi’. Una domanda emerge spontaneamente: stiamo forse vivendo una realtà che ricorda i racconti iperrealistici di Boris Pil’njak, in cui chi osa sfidare il potere o possiede conoscenze pericolose finisce inevitabilmente ridotto al silenzio?
Lo scoppio della guerra in Ucraina ha evocato inquietanti parallelismi con l’oscuro decennio 2005-2015, quando più di 70 ricercatori russi nel settore della difesa persero la vita in circostanze misteriose. Oggi, questo nuovo e agghiacciante decennio del XXI secolo sembra riproporre un sinistro déjà-vu, ma con una differenza inquietante: le vittime odierne sono prevalentemente i vertici del settore energetico e finanziario russo, colpiti da una serie di morti altrettanto sospette.
Michail Krutichin, rinomato analista del settore petrolifero e del gas, storico ed ex giornalista della TASS con vent’anni di esperienza nel dipartimento del Medio Oriente, ha recentemente messo in luce questa preoccupante catena di decessi. In un’intervista del 25 giugno 2024 su TV2, ha ipotizzato che questi eventi possano essere parte di una strategia mirata a eliminare chi potrebbe rivelare informazioni compromettenti o provare rimorsi di coscienza. Krutichin ha inoltre citato un articolo di DW del 31 marzo 2022, evidenziando il decreto di Putin sul commercio del gas in rubli, insinuando un possibile legame tra questa decisione e le morti sospette.
Il suo punto di vista, critico e indipendente, fornisce una prospettiva preziosa su ciò che potrebbe realmente accadere dietro le quinte. Krutichin ritiene che, dopo aver tagliato le forniture di gas all’Europa, “Gazprom è diventata una società in bancarotta perché Putin lo ha voluto”. A suo avviso, “i profitti straordinari derivanti dal petrolio e dal gas hanno contribuito a scatenare la guerra in Ucraina. Putin contava sul fatto che l’Europa, dipendente dall’energia russa, avrebbe ceduto alle sue condizioni. Tuttavia, mentre l’Europa ha resistito, Gazprom, un tempo tra le aziende più ricche della Russia, ora si trova sull’orlo della bancarotta”, ha sottolineato l’esperto.
Ecco alcuni tra i casi più significativi che testimoniano questa serie di decessi sospetti, spesso catalogati come suicidi o come morti accidentali, ma avvolti da numerosi dubbi:
Circa un mese prima dell’inizio dell’invasione russa in Ucraina, il 30 gennaio 2022, Leonid Shulman, dirigente di Gazprom, era stato trovato morto dissanguato nella sua dacia nella regione di Leningrado. La scena era macabra: Shulman giaceva nella vasca da bagno della sua casa di lusso, con profonde ferite da taglio alle mani e il sangue sparso ovunque, richiamando alla mente l’intensità cinematografica delle opere del regista Michalkov, come la tragica fine del colonnello Kotov nel film “Stanco del sole”. Nel caso di Shulman, accanto al corpo un biglietto d’addio suggeriva che si fosse tolto la vita a causa di dolori fisici insopportabili dovuti a un infortunio alla gamba. Tuttavia, molti dubitarono fin da subito della versione ufficiale, considerando che un uomo delle sue risorse avrebbe potuto accedere facilmente a cure mediche di alta qualità. Inoltre, si diffuse la voce che la sua morte fosse collegata a frodi scoperte nel dipartimento che dirigeva, alimentando il sospetto che fosse stato eliminato per coprire tali irregolarità.
Poco meno di un mese dopo, il 25 febbraio 2022, e ad appena un giorno dallo scoppio della guerra in Ucraina, Aleksandr Tjuljakov, vicedirettore per la sicurezza aziendale del Centro Unico di Calcolo di Gazprom, era stato trovato impiccato nella sua residenza nel villaggio di Leninskoe, vicino a San Pietroburgo. Anche in questo caso, le circostanze sollevarono subito sospetti: fonti anonime riferirono che Tjuljakov era tornato a casa la sera prima con evidenti segni di percosse, suggerendo che fosse stato aggredito prima della sua morte. Inoltre, la rapidità con cui gli ‘agenti di sicurezza’ della società Gazprom intervennero sul posto, allontanando i criminologi, contribuì ad alimentare ulteriori dubbi su un possibile insabbiamento.
La morte del 51enne Vladislav Avaev, ex vicepresidente di Gazprombank, fu tra le più sconvolgenti. Il 19 aprile 2022, Avaev venne trovato privo di vita nel suo lussuoso appartamento a Mosca, insieme alla moglie e alla figlia di 13 anni. La versione ufficiale parlò di un omicidio-suicidio, motivato dalla disperazione di Avaev dopo aver scoperto che sua moglie era incinta di un altro uomo. Tuttavia, molti misero in dubbio questa spiegazione, soprattutto dopo che un testimone riferì di aver visto due uomini uscire dall’edificio subito dopo aver udito degli spari. L’autista della famiglia, indicato come l’amante della moglie di Avaev, scomparve misteriosamente poco dopo, aggiungendo ulteriore mistero alla vicenda.
Nello stesso giorno, ma a circa 3.500 km di distanza, Sergej Protosenja, ex top manager di Novatek, fu trovato impiccato nel giardino della sua villa in Spagna. All’interno della casa, sua moglie e sua figlia furono rinvenute brutalmente uccise con un’ascia. Anche in questo caso, le autorità spagnole ipotizzarono inizialmente un omicidio-suicidio, ma la famiglia di Protosenja contestò subito questa versione, descrivendo Sergej come un uomo amorevole e sereno. Fin da allora, saltò all’occhio che la dinamica del crimine e la sua coincidenza temporale con la morte di Avaev erano troppo simili per essere considerate casuali, suggerendo che entrambe le famiglie fossero state vittime di un’operazione coordinata.
Il primo maggio 2022 moriva Andrej Krukovskij, direttore generale della rinomata stazione sciistica Krasnaja Poljana, di proprietà di Gazprom, situata vicino a Sochi, una delle località turistiche più prestigiose della Russia. La sua morte venne ufficialmente descritta come un incidente durante un’escursione. Le autorità avevano confermato questa versione senza avviare indagini pubbliche approfondite. Tuttavia, la sua morte sollevò interrogativi, data la sua posizione di rilievo nel mondo degli affari russi e i suoi probabili legami con i circoli di potere, considerando l’importanza di Gazprom nell’economia e nella politica nazionale e internazionale.
Da Gazprom a Lukoil: l’8 maggio 2022 il cadavere di Aleksandr Subbotin, ex membro del consiglio di amministrazione di Lukoil venne rinvenuto nel seminterrato di una casa nel villaggio di Uljankovo. Le prime informazioni indicarono che Subbotin si era rivolto a pratiche esoteriche per curare l’alcolismo, sottoponendosi a trattamenti con veleno di rana. La sua morte venne attribuita a un’insufficienza cardiaca acuta, ma le analisi post-mortem rivelarono tracce di cocaina, alcol e vari farmaci nel suo sangue, sollevando dubbi sulla causa reale del decesso.
Sempre nel contesto del settore del gas, il 4 luglio 2022, il corpo senza vita di Yurij Voronov, CEO di Astra Shipping, venne ritrovato nella piscina della sua villa a Leninskij, con una ferita da arma da fuoco alla testa. Accanto al cadavere giaceva una pistola e diversi bossoli sparati vennero trovati subito dopo sul fondo della piscina. La morte di Voronov venne infine classificata come suicidio, ma la vedova dichiarò che suo marito era preoccupato per problemi finanziari e aveva recentemente avuto contrasti con alcuni partner commerciali. Astra Shipping, specializzata in contratti con Gazprom per la logistica nell’Artico, aveva subito gravi perdite finanziarie negli ultimi anni, alimentando l’ipotesi che Voronov possa essere stato eliminato per ragioni economiche o per una disputa interna alla compagnia.
Il primo settembre 2022, l’attenzione tornava su Lukoil con la morte del presidente Ravil Maganov, precipitato dal sesto piano dell’ospedale centrale di Mosca. Sebbene la versione ufficiale parli di suicidio, numerosi dubbi vennero sollevati da alcuni analisti, considerando che Maganov era stato ricoverato per problemi cardiaci e stava assumendo antidepressivi. La posizione della sua camera, l’assenza di telecamere di sorveglianza e il recente comunicato di Lukoil contro la guerra in Ucraina alimentarono ipotesi su un possibile intervento di ‘forze esterne’ nella sua morte.
Due settimane dopo, il 14 settembre 2022, Vladimir Sungorkin, capo redattore dello storico giornale Komsomolskaja Pravda, era deceduto improvvisamente durante un viaggio nella regione di Khabarovsk, ufficialmente a causa di un ictus seguito da soffocamento. La notizia suscitò perplessità, dato il suo ruolo di spicco nei media russi. Sotto la sua direzione, Komsomolskaja Pravda era stata un potente strumento di propaganda, e la sua scomparsa improvvisa sollevò interrogativi sulle reali circostanze che l’avevano causata.
Un altro caso sospetto di ‘volo pindarico’ si verificò il 7 dicembre 2022, con la morte del 41enne Grigorij Kočenov, direttore creativo della società IT Agima, caduto “accidentalmente” dal balcone del suo appartamento durante una perquisizione della polizia. Le circostanze rimangono tuttora oscure: Kočenov era accusato di pedofilia, ma le accuse non furono mai formalmente confermate. Durante la perquisizione, dopo aver firmato il mandato, Kočenov si sarebbe recato sul balcone, dal quale era poi caduto. La mancanza di trasparenza da parte delle autorità e il silenzio sulle motivazioni dietro la perquisizione alimentarono i sospetti di un coinvolgimento del “regime russo” nella sua morte.
Il 22 dicembre, l’imprenditore russo Vladimir Bydanov, amico intimo di Pavel Antov, un influente politico e uomo d’affari russo, venne trovato privo di sensi nella sua camera dell’Hotel Sai International di Rayagada, nello Stato indiano dell’Odisha, dove entrambi stavano trascorrendo una vacanza. Portato d’urgenza in ospedale, le autorità locali attribuirono inizialmente la causa del decesso a un possibile attacco cardiaco o overdose. Tuttavia, alcuni rapporti indicarono la presenza di vomito, sollevando il sospetto di un possibile avvelenamento.
Solo due giorni dopo, il 24 dicembre 2022, anche Pavel Antov morì tragicamente, precipitando dalla finestra dello stesso hotel. Le morti ravvicinate dei due uomini destarono immediatamente sospetti e alimentarono supposizioni, spingendo le autorità indiane a condurre un’indagine approfondita. Nonostante ciò, le autorità russe minimizzarono le voci, classificando gli eventi come sfortunati incidenti. La morte di Antov, in particolare, sollevò ulteriori interrogativi, dato che, qualche tempo prima, aveva criticato l’invasione russa dell’Ucraina, definendola “un atto di terrore” in un post sui social media, successivamente ritratto come “un malinteso”. L’ipotesi di suicidio, inizialmente avanzata per spiegare la sua scomparsa, venne accolta con scetticismo, soprattutto per la coincidenza temporale con la morte dell’amico e per la sua precedente opposizione al regime.
L’anno seguente, il 23 febbraio 2023, il cadavere di Vjačeslav Rovnejko, capo dell’Unione Interregionale del Carburante e uno dei pionieri dell’export di petrolio russo, venne ritrovato nella sua villa a Rublevka. Conosciuto per i suoi legami con il genero di Boris Eltsin e per la sua influenza nel settore petrolifero, l’imprenditore scomparve in circostanze poco chiare. Sebbene la sua morte venne ufficialmente dichiarata naturale, la mancanza di dettagli e la segretezza che circondavano il caso lasciavarono intravedere la possibilità che dietro a questa vicenda ci fosse molto di più.
Uno dei decessi più noti, misteriosi e ampiamente documentati dai media occidentali è stato quello di Evgenij Prigožin, leader del gruppo mercenario Wagner, noto anche come “lo chef di Putin”. Prigožin è morto in un incidente aereo il 23 agosto dell’anno scorso e il suo corpo non è mai stato ritrovato. La sua scomparsa è avvenuta appena due mesi dopo aver guidato una breve ma clamorosa ribellione contro la leadership militare russa, mettendo in grave imbarazzo il Cremlino.
Chi non ricorda Aleksej Naval’nyj? Impossibile dimenticarlo. È stato uno dei più noti oppositori di Vladimir Putin, ed è morto il 16 febbraio di quest’anno in una colonia penale russa, ufficialmente per una “sindrome da morte improvvisa”. Il suo decesso ha suscitato enorme preoccupazione internazionale, con 43 Paesi che hanno richiesto un’indagine indipendente. Fonti riportano circostanze sospette, come visite non programmate e disattivazione delle telecamere di sicurezza, alimentando dubbi su un possibile coinvolgimento delle autorità russe. Naval’nyj era già sopravvissuto a un avvelenamento nel 2020 e temeva ulteriori attentati alla sua vita.
Nel contesto politico e imprenditoriale russo, la notizia dell’8 luglio ha suscitato grande attenzione: Igor’ Kotel’nikov, coinvolto in uno scandalo di corruzione legato al Ministero della Difesa, è deceduto in una cella punitiva del centro di detenzione di Mosca. Nonostante fosse sottoposto a forti pressioni dall’FSB per testimoniare contro l’ex viceministro della Difesa Timur Ivanov, arrestato con l’accusa di aver accettato tangenti per oltre 12 milioni di dollari, Kotel’nikov era stato trasferito in cella nonostante le controindicazioni mediche. La sua morte è stata ufficialmente attribuita a un’embolia, una spiegazione spesso fornita nei casi di decessi sospetti all’interno del sistema carcerario russo.
Il giorno successivo, anche Magomed Čandaev, capo della direzione delle competenze statali del Ministero della Difesa, è deceduto in circostanze poco chiare, probabilmente a causa di un malore improvviso. Čandaev, come Kotel’nikov, era legato a Ivanov, e la sua morte ha alimentato ulteriori sospetti su una possibile epurazione di figure connesse all’ex viceministro.
La dipartita più recente si è verificata il 27 luglio scorso: Georgij Čibisov, direttore marketing della Borsa di Mosca, è scomparso durante una navigazione sul fiume Moscova. Il suo corpo è stato ritrovato il giorno successivo, aggiungendo un altro capitolo al lungo elenco del mistero. Čibisov, figura di spicco nel mondo finanziario russo, ha lasciato un vuoto significativo nella comunità finanziaria del paese.
Tutte queste morti, spesso catalogate come “accidentali” o “suicidi” sono solo alcuni esempi di una serie di morti di “alto profilo” in Russia. La coincidenza di questi decessi, le modalità simili e la mancanza di trasparenza nelle indagini ufficiali dipingono un quadro inquietante, suggerendo che dietro queste morti possa nascondersi una verità ben più scomoda e pericolosa. La domanda che tutti si pongono è: quanto di tutto questo è casualità e quanto è invece frutto di una strategia oscura, mirata a mantenere il controllo su un sistema oramai ed evidentemente sempre più instabile?