Hamas: una lunga storia

Tel Aviv, 19 ottobre 1994, un autobus di linea esplode mentre percorre Dizengoff Streeet, 22 morti e 50 feriti, l’esplosione fonde la struttura in vetroresina del mezzo, gli arti dei passeggeri volano sui tavolini dei caffè all’aperto lungo la strada. Hamas rivendica. Ramat Gan, 24 luglio 1995, l’autobus per pendolari N.20 esplode, 6 morti e 33 feriti, l’attentatore ha azionato un ordigno contenente 15 chili di tritolo e chiodi inseriti in un tubo di metallo. Hamas rivendica .Gerusalemme, 25 febbraio 1996, il bus N.18 esplode mentre percorre Jaffa Road, 26 morti e 48 feriti. L’attentatore è stato addestrato in Iran. Hamas rivendica. 3 marzo 1996, secondo attentato ad un bus della linea 18, 19 morti e 7 feriti. Hamas rivendica. Tel Aviv, 4 marzo 1996, attentato al Dizengoff Center, 13 morti e più di 130 feriti. Questo è il quarto attentato suicida in 9 giorni che Israele subisce…

Sono qui elencati soltanto alcuni degli attentati di Hamas eseguiti tra il 1993 ed il 1996. Qui ci fermiamo perché la scia di morte e distruzione perpetrata da Hamas negli ultimi 30 anni è lunghissima, l’elenco prenderebbe ore di lettura. Teniamo a sottolineare la data del primo attentato che abbiamo indicato: 1994. La storia di Hamas è lunga più di 30 anni ed è conosciuta in medio-oriente ed altrove. I palestinesi che votarono in maggioranza Hamas a Gaza nel 2006 questa storia la conoscevano, i leader mondiali che in questi trenta anni hanno ospitato i capi di Hamas o li hanno ricevuti con tutti gli onori la conoscono, le nazioni che si sono rifiutate di riconoscere Hamas come gruppo terroristico la conoscono così come la conoscono i leader della Turchia, dell’Iran, dell’Autorità Nazionale Palestinese eccetera che oggi condannano l’assassinio mirato del capo di Hamas parlando di “violazione del diritto internazionale”.

La storia di Hamas getta una luce cruda e tristissima su quanto è avvenuto ed avviene nel medio oriente allargato. Se non può che destare orrore la vicenda in sé di questo gruppo terroristico – le cui tattiche in nulla divergono da quelle dell’ISIS, con l’unica differenza che esse, per ora, sono mirate “solo” al territorio israeliano, amarissima è la constatazione su come questi agenti del massacro indiscriminato siano riusciti a raccogliere tanta simpatia, complicità o anche solo colpevole indifferenza in Palestina e nel mondo.

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