Durante l’occupazione nazista della Francia un ladro sfugge alla ghigliottina per caso. Condannato a morte per diversi crimini l’uomo approfitta di un bombardamento per darsi alla macchia. Un funzionario zelate lo recupera nel sud del paese. Durante il viaggio in treno da Bordeaux a Parigi i due arrivano in un paese dove cento innocenti rischiano la vita per un ponte saltato. Per salvarsi la vita il criminale stringe un patto con lo sbirro . Si dichiarerà colpevole dell’attentato salvando i condannati a morte.
Tre giorni di gloria è un film del 1944 diretto da Raul Walsh . Girato in pieno conflitto bellico rappresenta a pieno il talento del regista americano nel costruire vicende in grado di intrattenere qualsiasi spettatore. Perfettamente dosato nei generi il film ha come valore aggiunto un Eroll Flynn in grado di variare la sua recitazione essendo sempre credibile. Il tema della redenzione è trattato in maniera superficiale e il protagonista , sebbene criminale, viene rappresentato come una simpatica canaglia dedita allo spasso e alla compagnia femminile.
Walsh riusciva a tirare fuori il meglio di Flynn trasformando l’attore in un ‘eroe romantico . La coppia ha lavorato molto insieme creando atmosfere rivolte a un pubblico eterogeneo. Il sodalizio tra questi due amici ha regalato titoli in grado di ispirare personaggi come Indiana Jones, come L’ostaggio, mescolando all’avventura l’ironia di Flynn . Avventura e ritmo ma anche amore e lettura dei tempi, queste sono le caratteristiche che fanno di Tre giorni un titolo fuori dal tempo.
La regia di Walsh è attenta ad accompagnare lo spettatore attraverso una vicenda di guerra che, racchiude le regole base del cinema di genere. Nonostante la sua distanza, il film funziona ancora grazie a una buona dose di ritmo e alla perfetta alchimia di dialogo , regia e recitazione. La Warner era specializzata nel cinema a basso costo adattando soprattutto noir, western e film di guerra . Oltre a questo la missione della casa di Burbank era trovare nuovi volti da lanciare come star. Lo scouting derivante ha regalato al cinema classico i suoi esponenti di punta.