Davide Romano, Brigata Ebraica: “gli ebrei lgbtq+ non possono andare al pride? Io invece ci andro’. Nonostante la sinistra alzi la voce solo contro l’antisemitismo di destra. Nonostante il documento politico del pride milanese pieno di pregiudizi. Perche’ so che l’antisemitismo si sviluppa anche nelle classi piu’ deboli”
Dichiarazione di Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica: “E’ comprensibile la dolorosa decisione di Keshet, associazione ebraica LGBTQ+ che non andrà al Pride per motivi di sicurezza. Il clima antiebraico c’è, ed è palpabile. In questi giorni ho registrato con piacere le forti reazioni della sinistra contro le parole antisemite di quei giovani di Gioventù Nazionale denunciati da Fanpage. Ma dov’era questa stessa sinistra il 25 aprile di fronte non solo alle parole contro la Brigata Ebraica, ma alla vera e propria aggressione fisica a cui siamo stati sottoposti? Dov’era di fronte a tutte le parole d’odio antiebraico dal 7 ottobre ad oggi? A parte Lia Quartapelle, Bussolati e pochi altri, troppi i silenzi che rasentano la complicità”.
Conclude Romano: “Io comunque al Pride ci sarò. Nonostante le parole malate del “documento politico” del Pride milanese che cancella totalmente il massacro di 1200 ebrei il 7 ottobre, nonostante il pregiudizio antisionista che li porta a evocare il genocidio da parte di Israele, nonostante l’assenza di una sola parola contro l’omofobia di Hamas che uccide le persone LGBTI. Ci sarò perché non ho mai avuto l’illusione che le classi più deboli siano necessariamente portatrici di istanze progressiste, quando viceversa possono spesso essere proprio loro la forza trainante dell’antisemitismo, come diceva Guido Fubini (intellettuale antifascista di “Giustizia e Libertà”, mancato 14 anni fa) nel suo libro “L’antisemitismo dei poveri”.
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