Non c’è Europa senza la memoria della Shoah e condanna dell’antisemitismo

Noemi Di Segni  (UCEI)  – Non c’è Europa senza una lucida memoria della Shoah e condanna dell’antisemitismo

Alla vigilia del completamento della nuova governance europea e dell’avvio di una nuova legislatura che dovrà affrontare una durissima fase storica, i temi del peso politico e dell’identità democratica con la quale si presenta l’Italia è centrale, anche in termini di coerenza con cui ci si siede attorno ai tavoli europei, che siano quelli dell’economia, della difesa o dell’immigrazione, rispetto alle responsabilità storiche. Non c’è Europa e non c’è costruzione democratica comune senza una lucida memoria della Shoah e senza una chiara condanna di ogni forma dell’antisemitismo – che provenga dalle destre nostalgiche verso il nazifascismo o dalle sinistre che demonizzano Israele e distorcono la storia del sionismo, fornendo così ogni possibile assist al terrorismo islamico. Non basta essere eletti formalmente con un partito al Parlamento italiano o europeo per rappresentare i bisogni degli italiani: per reggere quella delega di fiducia democratica e legittimazione costituzionale occorre sradicare senza indugio o calcolo politico ogni elemento fondato su discriminazione ed odio antisemita. Al forte sgomento legato al dilagare dell’antisemitismo in Italia, in Europa e nel mondo intero sin dal 7 ottobre 2023 si aggiungono in questi giorni ulteriori specifiche preoccupazioni, in quanto sono i giovani italiani che attraverso l’associazionismo richiamano nostalgicamente gesta ed esponenti del fascismo e diffondono culti e ideologie di odio razziale, soprattutto verso gli ebrei, inneggiando ancora una volta alla persecuzione razziale divenuta tragico sterminio.
Non possiamo nemmeno sottacere i gravi fenomeni di altri giovani – studenti e assimilati – che da mesi, abusando di ogni diritto e libertà costituzionalmente garantiti, inneggiano alla distruzione di Israele e al boicottaggio di università ed istituzioni israeliane, impediscono agli studenti di svolgere regolarmente le lezioni e provocano ingenti danni utilizzando sedi e spazi pubblici destinati alla pacifica convivenza e al confronto democratico.Viviamo oggi in un’Italia che fa tendenzialmente un uso strumentale di Israele e degli ebrei, in una dialettica partitica strumentale che respingiamo con forza, perché non intendiamo apparire come palloni da calcio su cui contare gol o autogol delle partite dell’odio, giusto per richiamarci alle serate di questi campionati.
Noi ribadiamo il nostro essere al servizio dell’intera collettività democratica italiana: quale minoranza religiosa, esprimiamo tanto l’apprezzamento per la costante attenzione delle forze dell’ordine quanto l’aspirazione a vivere sicuri la nostra fede in questo Paese, con l’auspicio che l’Italia sappia democraticamente progredire e garantire a tutti di vivere con rispetto e fierezza le proprie scelte, politiche o religiose che siano. Indirizziamo ancora una volta l’appello a chi guida le Istituzioni italiane ed in particolare al partito di maggioranza affinché si esprimano con chiarezza e fermezza contro ogni forma di razzismo e di discriminazione e adottino i necessari provvedimenti per escludere qualsiasi sostegno interno ad ideologie che minano quella credibilità su cui si basa ogni pretesa e posizione italiana, che ne richiama la rilevanza.
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