Abbiamo appreso e visto le immagini dell’attacco subito dal dott. Klaus Davi al quale va la nostra solidarietà e vicinanza nella comune condanna. Quanto visto è accaduto in un venerdì qualsiasi all’entrata della Moschea di via Jenner a Milano per aver – in quanto giornalista – chiesto di intervistare alcuni dei fedeli presenti. Se queste sono le reazioni, la violenza e le affermazioni negazioniste riguardo a quanto accaduto agli israeliani il 7 ottobre, significa che il terrorismo di Hamas -come ideologia e forse anche esecutori -è qui e vive accanto a noi, neanche celato. E se questo è quanto accade sulla via pubblica cosa viene detto dentro nella moschea nelle ore di preghiera e di predica?
Anche alla luce di quanto emerso a Bologna, ancora una volta e con lo stesso fiato chiediamo alle forze dell’Ordine di monitorare con doverosa attenzione quanto sta accadendo nelle moschee e l’invito ai nostri fratelli di fede Musulmana a vedere tutto ciò che ci unisce e ci porta ad accordare la preferenza alla vita e alla convivenza. Sono certa che queste persone sono una minuscola minoranza, ma il terrore che seminano va a scapito di numerose relazioni di fiducia che ad oggi abbiamo maturato e in cui crediamo. Al Sindaco di Milano in particolare il rinnovato invito a rendersi conto delle conseguenze aberranti e gravi delle sue dichiarazioni, scelte unilaterali ed esposizione della bandiera come atto di accusa. Milano cosi non è una città sicura – fisicamente e per la perdita di valori – e certo non risponde con coerenza all’imperativo di memoria che il Binario 21 o la medaglia d’oro al valore militare attestano.