Un problema al sistema dello sterzo del bus è la causa più probabile dell’incidente avvenuto a Mestre il 3 ottobre scorso, che ha provocato 22 morti e 14 feriti. Una delle quattro perizie tecniche depositate presso la procura di Venezia ha rilevato “la rottura del giunto che collega il volante alle ruote”, dovuta non a urti, ma al “cedimento di un perno del sistema di trasmissione”, ha spiegato il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi. Questo cedimento del perno avrebbe reso ingovernabile il bus elettrico Yutong, impedendo all’autista di frenare prima che il veicolo scivolasse lungo le barriere logorate fino a precipitare giù dal viadotto attraverso un varco.
Le altre perizie hanno evidenziato l’inadeguatezza delle barriere, che erano “ammalorate”, come ha spiegato il procuratore, aggiungendo che ora sarà necessario capire se questo ha influito direttamente sulla fuoriuscita del mezzo. Si conferma quindi che l’autista, il 40enne Alberto Rizzotto, deceduto nello schianto, non ha avuto alcuna responsabilità nell’incidente. Non solo non ha avuto un malore alla guida, come era stato ipotizzato, ma dall’esame del suo cellulare è emerso che “non ha avuto alcuna distrazione a causa di telefonate, messaggi o notifiche” che avrebbero potuto distoglierlo dal suo lavoro, ha assicurato il pm Cherchi, citato da Tgr Veneto.
Il procuratore ha inoltre reso noto che esiste un video delle telecamere di bordo, acquisito dalla Procura, che riprende gli ultimi istanti di vita dei passeggeri e mostra che il bus viaggiava normalmente sul cavalcavia prima di iniziare a deviare verso destra. Il magistrato ha lanciato un appello “al buon senso” delle parti coinvolte affinché il video non venga diffuso, sottolineando che “non è di nessuna utilità per l’opinione pubblica e non aggiunge nulla a quanto già noto attraverso le altre perizie e testimonianze”.
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