La criminalità nigeriana è un fenomeno da seguire con la massima attenzione e senza alcuna sottovalutazione come purtroppo spesso accade. Il rapporto della Direzione Investigativa Antimafia spiega molto bene la situazione spiegando che spesso ma non sempre trova riscontro la mafiosità dei culti nigeriani. Non dobbiamo poi dimenticare che è una mafia che nasce nelle università e questa è una caratteristica che le rende particolarmente interessanti. Dal rapporto Dia si evince che: “La criminalità nigeriana ha importato in tutta Europa i modelli associativi creatisi in Nigeria a seguito dell’involuzione criminale delle confraternite universitarie (c.d. cults) variamente denominate (EYE, BLACK AXE, VIKING, MAPHITE). Si tratta di una criminalità etnica presente in quasi tutto il territorio nazionale e in ogni nucleo di immigrazione nigeriana insediatosi in Italia, si riscontra, quasi sempre, la presenza più o meno attiva e incisiva di uno di questi gruppi.
Le attività criminali dei vari gruppi sono molte e diversificate: sfruttamento della prostituzione, tratta di esseri umani, immigrazione illegale, spaccio di stupefacenti, frodi informatiche, riciclaggio. Per quanto si è constatato nel corso di indagini condotte dalle Forze di polizia, i proventi dell’attività delittuosa vengono preferibilmente rimessi in Nigeria attraverso vari espedienti. Sono emersi in più occasioni evidenti indizi di collaborazione tra soggetti nigeriani e gruppi criminali italiani al fine di riciclare i proventi illeciti. Le risultanze investigative sembrerebbero però limitare tali contatti a una collaborazione occasionale che, almeno allo stato attuale, non sembrerebbe denotare stabili legami tra i due gruppi.
Le organizzazioni criminali nigeriane si manifestano con le caratteristiche tipiche delle organizzazioni autoctone, quali il capillare controllo di porzioni di territorio, l’omertà ed il forte vincolo associativo. L’elevato livello organizzativo e la pericolosità delle consorterie nigeriane sono testimoniati dal carattere di mafiosità giudiziariamente riconosciuta a tali forme di malavita. Si tratta di una criminalità etnica dotata di una struttura “multilivello” in cui una parte dei sodali opera nella veste di semplice manovalanza nello spaccio al dettaglio. La mafia nigeriana agisce con gruppi criminali locali che hanno una certa autonomia di azione ma che rispondono sempre alla casa madre. Sotto il profilo della pericolosità economica e sociale, risultano determinanti i c.d. secret cults, i cui tratti tipici sono l’organizzazione gerarchica, la struttura paramilitare, i riti di affiliazione, i codici di comportamento e, più in generale, un modus agendi che la Corte di Cassazione ha più volte qualificato come tipica connotazione di “mafiosità”.
Non sempre, tuttavia, la connotazione mafiosa, contestata ad un gruppo criminale nigeriano strutturato, trova conferma nei differenti gradi di giudizio. Al riguardo, si segnala la recente sentenza con la quale la Corte d’Assise d’Appello di Palermo si è pronunciata per l’assoluzione dal delitto di cui all’art. 416 bis c.p., per 4 dei 5 nigeriani appartenenti all’associazione criminale Black Axe, ritenendo insufficiente e contraddittoria la prova dell’associazione mafiosa oggetto di contestazione accusatoria in primo grado.L’operatività della criminalità nigeriana, pur estendendosi a molteplici fenomeni criminali, è ormai consolidata nel finanziamento e nella gestione del narcotraffico internazionale. Le consorterie nigeriane si avvalgono, sovente, dell’utilizzo di sistemi di pagamento informali avulsi totalmente dai circuiti finanziari legali e, come tali, difficilmente intercettabili. Per questa ragione è particolarmente arduo per le Forze di polizia, risalire all’origine, alla circolazione e alla stessa destinazione finale dei flussi finanziari movimentati derivanti da attività illecite”. In conclusione siamo di fronte a delle organizzazioni complesse, più raffinate di quanto possa sembrare a prima vista ed al contempo in grado di procurarsi la droga in modo autonomo.
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