Colpevole di truffa e discriminazione razziale non verrà espulso dalla Svizzera

Il tribunale ha ritenuto il 70enne libico colpevole delle accuse di frode e discriminazione razziale e lo ha condannato a una multa. Tuttavia, l’espulsione dal Paese, come deciso dal tribunale di grado inferiore, non è possibile, ha affermato il presidente del tribunale leggendo la sentenza.

L’ex predicatore di Bienne ( Svizzera)  Abu Ramadan non dovrà lasciare la Svizzera. Lo ha deciso in seconda istanza il Tribunale cantonale di Berna. La Corte ha riconosciuto il 70.enne libico, residente a Nidau (BE), colpevole di truffa plurima, per aver ricevuto illegalmente l’aiuto sociale, e discriminazione razziale e lo ha condannato a una pena pecuniaria di 140 aliquote giornaliere da 30 euro. Tuttavia, l’espulsione dalla Svizzera, pronunciata dal tribunale di primo grado, non è possibile. Infatti, il rinvio obbligatorio dal Paese in caso di truffa all’assistenza sociale è in vigore solo dall’ottobre 2016 e i reati si riferiscono al periodo sino al mese di maggio del 2015.

Il caso non è però definitivamente chiuso. L’avvocato difensore di Ramadan ha già annunciato ai rappresentanti dei media che farà appello contro la sentenza. In prima istanza, Abu Ramadan era stato condannato a 14 mesi di detenzione con la condizionale e all’espulsione dal Paese. Il tribunale aveva ritenuto che l’imputato, durante un sermone nella moschea Ar’Rahman (la misericordia) di Bienne il 7 luglio del 2017, avesse incitato all’odio contro cristiani, ebrei, indù, russi e musulmani sciiti. Il predicatore era stato anche riconosciuto colpevole di aver ricevuto illegalmente un aiuto sociale per un ammontare di circa 45 mila euro tra il 2003 e il 2017.

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