In questi giorni si riparla con forza di quanto succede a Firenze, città che come tutte le isole felici non è assolutamente abituata a trattare in un modo “laico” la questione della sicurezza. Proverò ad affrontare il tema in modo diverso per una volta, in quanto mi immedesimo anche in chi si trova a governare una città come Firenze o le altre ex isole felici e si trova di fronte alla questione sicurezza. Mi rendo conto che la situazione non è né facile né semplice da affrontare e da gestire. La prima cosa da fare è non sottovalutarla. Cosa che inconsciamente e pure in buona fede, sovente accade. Scoppia la questione sicurezza e si preferisce non allarmare, non parlarne perché alla fine si ha paura di danneggiare la reputazione della propria città.
Accade spesso. Per quanto riguarda la lotta alla mafia con questa sottovalutazione, che riguarda mezza Italia, ci combatto da circa 20 anni. Con la questione sicurezza il fenomeno della sottovalutazione è più recente, ma tutto sommato simile. La seconda cosa da fare è capire come intervenire, cosa anch’essa complicata in quanto ci sono poche risorse sia a livello nazionale che a livello locale da dedicare e ci si deve arrangiare.
In questo senso è mia intenzione aprire un ragionamento con i comitati di cittadini più qualificati per studiare assieme meccanismi di controllo sociale del territorio. Come Fondazione Caponnetto abbiamo presentato già delle proposte operative di cui al link https://antoninocaponnetto.blogspot.com/2024/01/proposte-concrete-per-firenze-che-non.html ma mi rendo conto che per attuarle serve creare sinergie tra territorio e società. Se non si interverrà velocemente per invertire la tendenza a Firenze e nelle ex isole felici la crisi diventerà irreversibile.
Non ce lo possiamo permettere.
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