Per diciotto anni, gran parte della sua carriera politica, Hernández ha giocato un ruolo centrale in una delle più grandi e violente cospirazioni legate al traffico di droga nel mondo. In cambio dei suoi servigi, i cartelli lo hanno ricompensato con milioni di dollari, sia per uso personale che per favorire la sua ascesa alla presidenza. Il procuratore generale Merrick B. Garland ha dichiarato: “Juan Orlando Hernández ha sfruttato la sua posizione di Presidente dell’Honduras per governare il paese come uno stato dominato dal narcotraffico, dove i trafficanti di droga violenti potevano operare quasi indisturbati, con conseguenze per il popolo dell’Honduras e per gli Stati Uniti”.
L’ex presidente come scrive in un suo recente report l’Organized Crime and Corruption Reporting Project, che ha servito due mandati, è stato arrestato nel 2022 poco dopo aver lasciato la carica, già oggetto di un’indagine sul traffico di droga da parte delle autorità statunitensi. Il ministro della Sicurezza dell’Honduras, Ramón Sabillón, ha descritto l’arresto dell’ex presidente come “deplorevole” e “una vergogna per il Paese”. “L’estradizione di un presidente è estremamente imbarazzante per noi”, ha commentato, “ma stiamo mostrando il nostro impegno come nazione… per evitare che ciò si ripeta”. Durante il suo mandato, Hernández ha promosso pubblicamente leggi antidroga, ma ha protetto i trafficanti di droga dietro le quinte, ricevendo tangenti milionarie alimentate dal traffico di cocaina, che ha mantenuto aperto il flusso di droga verso gli Stati Uniti.
In qualità di presidente, Hernández ha usato il suo potere esecutivo per estradare i trafficanti che minacciavano il suo potere o sfidavano i suoi sostenitori del cartello. Quando la politica non bastava, i suoi complici ricorrevano alla violenza e all’omicidio per proteggere il loro controllo miliardario sul traffico di droga in Honduras. Il suo potere ha corrotto non solo il ramo legislativo, ma anche la polizia e l’esercito honduregni, che fornivano scorte pesantemente armate per proteggere i carichi di cocaina diretti verso nord.
In sua difesa, Hernández si è dipinto come vittima di un processo ingiusto e come un capro espiatorio dei cartelli, per scoraggiare azioni future da parte dei politici. Molti dei suoi stretti collaboratori sono stati giudicati colpevoli e condannati, incluso suo fratello Juan Antonio Hernandez Alvarado, condannato all’ergastolo nel 2019, e Geovanny Fuentes Ramirez, un trafficante di cocaina associato a Hernández, condannato all’ergastolo nel 2021.
Juan Carlos Bonilla Valladares, alias “El Tigre”, ex capo corrotto della polizia honduregna, è stato estradato negli Stati Uniti nel 2022 e si è dichiarato colpevole della cospirazione. Sarà condannato il 25 giugno 2024. Anche Mauricio Hernández Pineda, ex ufficiale della polizia honduregna e cugino di Hernández, si è dichiarato colpevole e attende la sua udienza di condanna il 2 maggio 2024. Per aver agevolato il flusso di cocaina in America Centrale per anni, l’ex presidente rischia una pena minima obbligatoria di diverse decine di anni di carcere, con la possibilità dell’ergastolo.
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