La Typeart, corrente di cui il grande artista Lorenzo Marini è caposcuola, viene teorizzata nel Movimento per la Liberazione delle Lettere. Il Movimento è un nuovo manifesto artistico culturale ispirato alla storica pubblicazione di Filippo Tommaso Marinetti. Al suo interno, si assiste alla rivisitazione del concetto occidentale per cui le lettere dell’alfabeto vivono collegate tra loro per creare un legame funzionale, una parola. ma prima di parlare di Typeart e del Movimento, scopriamo
Chi è Lorenzo Marini
Lorenzo Marini è un uomo poliedrico: art director, scrittore, speaker radiofonico, naso e artista. Ha lavorato per le più grandi agenzie di pubblicità negli anni d’oro della comunicazione pubblicitaria: Ogilvy, Leo Burnett, Armando Testa. Poi, come è giusto che fosse, ha fondato una sua agenzia, la Lorenzo Marini Group, con 2 sedi in Italia e una a New York. Ma prima di guidare la Lorenzo Marini Group ha ha vinto 200 premi in 15 anni e altrettanti sono arrivati nella sua agenzia in questi anni. La sua filosofia e il suo motto sono inattaccabili: “Le idee producono soldi, i soldi non producono idee”. E sono state proprio le idee a permettergli di cimentarsi in tanti settori: dall’arte al design, dalla scrittura alla regia passando per la radiofonia e i profumi. Ha pubblicato quattro saggi e due romanzi, insegnato nelle università, condotto un programma radiofonico per Rai2. Ha inoltre girato molti spot, creato un profumo e da tre anni espone le sue opere d’arte con successo.
New York, Los Angeles, Venezia e molto altro
Dopo New York, Los Angeles, la Biennale di Venezia e la Western China International art Biennale, è appena terminata a Parigi, la personale Typevisual di Marini. Nella capitale europea dal 14 al 28 novembre, Marini ha esposto, in Rue Lavoisier, 10 delle sue opere. Due settimane durante le quali nella Ville Lumière si è respirata quell’aria di liberata libertà che l’artista ha conferito alle sue lettere. Marini, per l’occasione, nella galleria di arte moderna e contemporanea Sifrein, ha anche presentato il Manifesto per la Liberazione delle Lettere.
Le lettere sono libere e alimentano la fantasia
“Le lettere sono nate libere e come gli uomini sono creature sociali ma anche individuali”. E ancora ” Non sono necessarie solo per leggere o per scrivere ma anche per diventare significanti puri, utili ad alimentare la fantasia”. Questo un estratto del Movimento per la Liberazione delle Lettere.
Ogni lettera, per Lorenzo Marini, ha una propria forza estetica e può vivere individualmente come opera d’arte. L’artista trova ispirazione anche dalle associazioni istintive che ogni carattere, sin dall’infanzia, provoca in ciascuno di noi. Una contaminazione tra il pensiero razionale e l’immaginazione, che fa si che una lettera assuma una propria personalità, senza limitarsi ad essere solo una delle tante perle che contribuiscono a creare una collana.
Interpretazioni grafiche, quelle di Marini che confluiscono nel Type Art oltre che dall’arte visiva, anche dal visual design. Un processo stilistico/concettuale che viene declinato dall’artista soprattutto in chiave pop. Lettere, quindi, non allineate, per combinarsi e dare un senso compiuto, ma sempre più libere, in una sorta di passaggio dallo spirito apollineo a quello dionisiaco. Lettere che, dall’ordine in cui siamo abituati a vederle scorrere, diventano caos, inteso come espressione contemporanea della bellezza. Una bellezza individuale, espressione di “una personalità che non si ripete mai”. Una bellezza che, come recita il punto quattro del manifesto, “va celebrata, evidenziata, resa manufatto artistico”. Leggiamo quindi il Manifesto.
Movimento per la Liberazione delle Lettere
1. Le lettere sono nate libere e come gli uomini sono creature sociali ma anche individuali. È tempo di celebrare la bellezza della geometria che le compone e lasciare il gregge della tipologia alfabetica.
2. Le lettere sono nate come segni architettonici per creare paesaggi nuovi ad ogni accostamento formale, ma la società occidentale le ha rese schiave della funzione. Non sono necessarie solo per leggere o per scrivere ma anche per diventare significanti puri, utili ad alimentare la fantasia.
3. Le lettere possiedono una loro individualità, come i volti di ogni uomo, raggruppati per casta o razza, ma in realtà espressioni di una personalità che non si ripete mai. Come dei fiocchi di neve, ogni rappresentazione del type deve essere unica, non riproducibile, non catalogabile, non ripetibile. Come un tramonto d’amore.
4. Le lettere possiedono una loro bellezza intrinseca, che va celebrata, evidenziata, resa manufatto artistico. Ogni lettera deve diventare un’opera d’arte, coniugando design e istinto, tecnica e ironia, cartoon e associazioni spontanee.
5. Le lettere sono frammenti di un caleidoscopio bellissimo, immaginifico e rutilante. Il sempre eterno movimento, che solo gli occhi capaci di stupirsi possono cogliere. Esse sono la nostra rivincita sul grigio della malinconia, sul nero della logica, sulla nebbia delle percezioni.
6. Al contrario di una collana di perle, dove il fi lo di seta crea un legame funzionale, liberiamo le singole bellezze dalla schiavitù, dal loro ruolo obbligatorio. Hanno pari dignità dei ritratti, dei paesaggi, delle nature morte e delle opere astratte.
7. Come gli animali non sono il nostro cibo, le lettere non sono le nostre schiave. Facciamo evolvere la loro esistenza, al di là della mera scrittura. Che esisterà sempre, come esisterà la lettura. Ma guardando questi singoli manufatti grafi ci con occhi nuovi, oltre la loro umile quotidianità, per scoprire così la loro ricchezza mai esibita.
8. Le lettere sono il nostro mondo regressivo, il nostro primo contatto col sapere codificato e il disegno associativo è il ponte che ci ha accompagnato nella costruzione della comunicazione. Benvenuti disegni di bimbi e rime baciate, filastrocche e associazioni improbabili. S di sogno ma anche di salame. D di dado ma anche di Dio.
9. Al pari delle lettere, anche i numeri e ogni altro segno alfabetico sparso nelle lingue del pianeta diventerà oggetto di attenzione e sarà celebrato come forma grafi ca prima ancora che come funzione verbale. Non saranno più segni di inchiostro su carta ma opere grafi che dipinte su tela, scolpite su marmo, acciaio, plastica, legno.
10. Le lettere non sono più solo delle semplici api operaie ma diventano, con questa celebrazione artistica, delle api regine. Il miele della loro bellezza addolcirà i nostri sguardi, per aprire le porte di un mondo nuovo.
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