La produzione petrolifera statunitense è salita al nuovo massimo record di 13,3 milioni di barili al giorno la scorsa settimana. Lo riferisce YahooFinance che riporta un grafico proviene da YCharts, piattaforma online di dati finanziari. Il record precedente era di 13,2 milioni di barili al giorno, raggiunto a novembre, ed è superiore al massimo pre-pandemia di 13,1 milioni di barili raggiunto a febbraio 2020.
L’incremento costante della produzione di petrolio negli Stati Uniti ha influenzato la limitazione dei prezzi, con una diminuzione del 8% dall’inizio dell’anno, anche considerando il riacutizzarsi delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e la robustezza dell’economia americana.
Più di Russia ed Arabia Saudita
Gli Stati Uniti si confermano come il principale produttore mondiale di petrolio, superando la produzione giornaliera russa di 9,5 milioni di barili e quella dell’Arabia Saudita di 9,1 milioni di barili.
Ciò che suscita maggiore impressione rispetto all’incremento costante della produzione di petrolio è il fatto che il numero settimanale di piattaforme petrolifere negli Stati Uniti rimane significativamente al di sotto del picco del 2014, quando superava le 1.600 piattaforme.
Attualmente, ci sono solo 501 piattaforme attive, rappresentando un calo del 69% rispetto al picco del 2014. Questo evidenzia l’efficienza raggiunta dall’industria energetica americana dopo il periodo di prezzi del petrolio depressi dal 2014 al 2021.
L’economia americana più resistente
Lo scorso ottobre, il capo economista della Comerica Bank, Bill Adams, in un’intervista a Business Inside ha sottolineato che la produzione di petrolio è ciclica, ma negli ultimi quindici anni ha seguito un trend rialzista notevole, dimostrando un progresso tecnologico significativo nella gestione delle piattaforme di perforazione e nell’occupazione nel settore petrolifero e del gas.
L’America trae numerosi vantaggi economici da questa costante posizione di esportatore netto di petrolio greggio. Adams ha evidenziato come ciò renda l’economia americana più resistente, riducendo il rischio di una recessione nel 2024 e mitigando il pericolo di una stagflazione simile agli anni ’70, in parte causata dagli shock dell’offerta petrolifera.
“Questo aumento nella produzione energetica sarà un beneficio per la crescita del PIL reale nel quarto trimestre del 2023 e contribuirà a mitigare il rischio di una recessione negli Stati Uniti nel 2024”, ha dichiarato Adams.
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