È di ieri la notizia dell’ampliamento dell’indagine a carico di Chiara Ferragni, l’influencer più seguita d’Italia, che rimasta travolta dal cosiddetto pandoro-gate è stata iscritta nel registro degli indagati per truffa aggravata e sta perdendo milioni di followers su tutte le piattaforme social. Apparsa per la prima volta nel 1997 la parola “blog” rivoluzionò in maniera esponenziale e radicale il mondo intero della comunicazione web, del marketing e, anche, dell’economia. Dopo i primi esperimenti americani, si sparse anche in Italia l’entusiasmo verso questo nuovo metodo di comunicazione. Surfando la cresta di quest’onda, nacque nel 2009 il primo fashion blog Italiano: “The blond salad”, creato e diretto da una giovanissima Chiara Ferragni. Intuitiva, capace e sufficientemente autoriferita, la Ferragni degli esordi altro non faceva che curare un diario on-line dove descriveva la sua life style routine riscuotendo, da subito, un non completamente compreso successo. Con l’aiuto del suo compagno dell’epoca, Riccardo Pozzoli, fondano la TBS Crew srl che, partendo da zero, arriverà a fatturare nel 2015 oltre 10 milioni di euro.
La Ferragni diviene così, e forse senza inizialmente comprenderlo appieno, la prima influencer italiana. Resasi conto del suo potenziale comunicativo l’imprenditrice ha creato, con un processo ben pianificato nel tempo, un cosiddetto “personal brand”: prodotto economicamente volto alla commercializzazione di sé stessi e cioè che trasforma l’immagine di una persona in una marca, barattando la vita privata di quella stessa persona con la fidelizzazione del consumatore finale. L’influencer, dunque, non produce in realtà nulla; il suo lavoro, mercenario di sé stesso, è quello di spostare l’attenzione, il gradimento e, dunque, gli investimenti dei suoi, più o meno numerosi, followers grazie alla potenza della sua immagine.
Il 2018 è un anno importante per la Ferragni che, lasciato e liquidato l’ormai ex compagno e socio Pozzoli (con 750.000,00€ di buona uscita), fa entrare nella sua vita un nuovo socio (Pasquale Morgese) e un nuovo amore: Federico Lucia, in arte Fedez, conosciutissimo rapper del panorama musicale italiano. L’interesse per la causa benefica, per chi ha memoria da elefante, si palesa inizialmente in occasione della festa per il ventinovesimo compleanno del cantante (svoltasi a sorpresa in un supermercato milanese a City life) dove, affittato l’interno supermercato, gli invitati si sono immortalati calpestando, gettando e sprecando buon cibo. Cibo che, per intenderci, la plebe mangia e spesso fatica a mettere nel carrello. Accortisi dello scivolone mediatico, i due futuri sposini, hanno rilasciato immediatamente una storia su Instagram dove, hanno assicurato, il cibo (da loro precedentemente lanciato come pallone da beach volley) sarebbe stato dato “ai più bisognosi”. Dall’unione dei due nascono due bimbi (di cui, a chi potesse interessare, si possono seguire le crescite comodamente seduti sul divano di casa) e un nuovo “brand”: i Ferragnez che, ancora una volta, si rivela una miniera d’oro. Matrimonio e famiglia vengono costantemente esposti sui social media per rinsaldare e vendere l’immagine di donna di successo ma anche di moglie affettuosa e di madre presente. La Ferragni diviene sempre più brava: in un tempo relativamente breve, realizza incassi elevati e si sa: più è alto l’incasso più è difficile mantenere un’immagine “sana”. Forse per questo motivo, o magari per reale buon cuore, l’imprenditrice ha, rimanendo saldamente sul sentiero della sua auto-narrazione, intrecciato collaborazioni con famosi brand a scopo che avrebbe dovuto essere (questo sarà appurato dal lavoro della magistratura) benefico per varie associazioni ma di cui, sicuramente, ha beneficiato, almeno inizialmente, la sua immagine; sua primaria fonte di reddito.
Se, dunque, come ipotizzato dal procuratore Eugenio Fusco ci fosse un “unico disegno criminoso ripetuto” più volte e con prodotti diversi (pandoro Balocco, uova di Pasqua, bambola Trudi e biscotti Oreo) da parte della Ferragni e del suo team, per omettere il versamento in beneficenza degli importi dovuti, l’immagine, scrupolosamente costruita nel tempo dalla più seguita influencer italiana potrebbe cadere e far apparire una realtà diversa da quella creduta da tutti i sostenitori dei Ferragnez: una favola romanzata e narrata per cinico auto arricchimento. La Ferragni potrebbe essere, ancora una volta, pioniera e prima tessera di un effetto domino per il quale, per dirla con le parole di due grandi stilisti italiani (Dolce e Gabbana) “gli influencer in automatico andranno a cadere”.
Aggiornamento: Oggi l’influencer in una nota, ha commentato il via libera del Cdm al cosiddetto “ddl Ferragni” che punta a rendere più trasparente l’attività di beneficenza, con norme più stringenti per gli influencer.” Sono lieta che il governo abbia voluto velocemente riempire un vuoto legislativo.”Quanto mi è accaduto – prosegue la nota – mi ha fatto comprendere come sia fondamentale disciplinare con regole chiare le attività di beneficenza abbinate alle iniziative commerciali. Questo disegno di legge consente di colmare una lacuna che da una parte impedisce di cadere in errore, ma dall’altra evita il rischio che da ora in poi chiunque voglia fare attività di beneficenza in piena trasparenza desista per la paura essere accusato di commettere un’attività illecita”, conclude Chiara Ferragni.
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