Oggi sono passati 30 anni dalla scomparsa di Ylenia Carrisi.
Nata il 29 novembre 1970 e figlia primogenita di Albano Carrisi e Romina Power, la sua sparizione rimane uno dei misteri più discussi e inquietanti del mondo dello spettacolo.
La carriera
Ylenia aveva voluto seguire le orme dei suoi ed era conosciuta non solo per la sua celebre famiglia, ma anche per il suo lavoro in televisione. Era stata una delle vallette della prima edizione del quiz televisivo “La ruota della fortuna”, condotto da Mike Bongiorno sulle reti Mediaset. Oltre al suo lavoro in TV, Ylenia era iscritta al King’s College di Londra e faceva regolarmente apparizioni pubbliche, sia sul palco con i genitori che in televisione. Inoltre, lavorò come au pair a Parigi, esperienza che le fornì un’opportunità di mantenersi agli studi e di esplorare nuovi orizzonti.
L’anno sabbatico, poi scompare
Ylenia optò per un anno sabbatico con l’intenzione di esplorare il mondo e scrivere un libro sulla vita degli artisti di strada. Per realizzare questo progetto, scelse di intraprendere un viaggio solitario in Belize, in Sud America. Partì proprio durante la stagione natalizia, e suo fratello minore, Yari, decise di farle una sorpresa, cercando di raggiungerla. Tuttavia, scoprì presto di averla “mancata” per un solo giorno: Ylenia aveva già preso la strada per New Orleans, da cui non sarebbe più tornata.
New Orleans
Nel periodo della sua scomparsa, Ylenia soggiornava nell’area del French Quarter a New Orleans, alloggiando nell’hotel LeDale con Alexander Masakela, un musicista di strada di 54 anni. La loro relazione era complessa: Masakela aveva una storia alle spalle di uso di droghe e violenza sessuale, ma la ragazza ne era rimasta affascinata, riferendosi a lui come “il mio maestro”.
Questa strana relazione desta inevitabilmente molta preoccupazione in Al Bano e Romina.
Masakela fu il primo sospettato: dopo la sua scomparsa, Masakela tentò di utilizzare gli assegni di viaggio della giovane, ma gli furono rifiutati perché non firmati e venne avvisata la polizia. Viene arrestato il 31 gennaio, ma presto rilasciato per insufficienza di prove. L’uomo ha sempre negato di sapere dove fosse Ylenia.
20 anni dopo la sua scomparsa, nel 2012, il nome di Ylenia Carrisi è stato incluso nel database NamUs del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
L’ultimo avvistamento prima della scomparsa
La sera del 6 gennaio, una donna saltò nel Mississippi vicino all’Aquarium of the Americas. Poco prima, aveva detto a un guardiano, Albert Cordova, “Io appartengo alle acque”. La giovane, che corrispondeva alla descrizione fisica di Ylenia e indossava abiti simili, lottò contro la corrente prima di scomparire.
Non è mai stato confermato che fosse lei, ma molte autorità di New Orleans ancora lo sostengono. Tuttavia il corpo non è mai stato trovato.
Racconta Cordova:
Era seduta sulla banchina di legno con le gambe penzoloni. Bionda, carina, di età fra i 18 ed i 24 anni. Indossava una giacchetta scura e un vestito con dei disegni, forse dei fiori, che le arrivava fin sotto il ginocchio. Aveva un’espressione molto triste, depressa.
Al Bano affermerà che proprio quella frase,“Io appartengo alle acque” gli ha da subito evocato l’immagine di Ylenia, sostenendo che la pronunciasse anche da bambina, tuffandosi in acqua.
Questo dettaglio ha convinto Carrisi che sua figlia fosse annegata, spingendolo a richiedere una certificazione di morte presunta nel 2014. Al contrario, Romina non ha mai accettato l’idea che la sua primogenita fosse morta e continua ad attendere con speranza.
La pista del serial killer
Una pista investigativa ha collegato la scomparsa di Ylenia al serial killer Keith Hunter Jesperson. L’agente speciale Dennis Haley, esperto in cold cases, ha espresso sospetti che Ylenia potrebbe essere stata una delle vittime di Jesperson. Questa ipotesi si basa sul ritrovamento di un corpo in Florida nel 1994 e su una confessione di Jesperson del 1996, dove affermava di aver ucciso una ragazza chiamata Suzy o Suzanne, nomi che Ylenia usava talvolta. Tuttavia, ci sono ancora dubbi e incertezze su questa teoria.
Un mistero irrisolto
Nonostante gli intensi sforzi investigativi e le diverse teorie, il destino di Ylenia Carrisi rimane uno dei misteri più inquietanti e irrisolti. La sua storia è un tragico promemoria di quanto la vita possa essere imprevedibile e fragile, soprattutto per chi vive sotto i riflettori, diventando anche un triste simbolo delle numerose persone che scompaiono ogni anno, lasciando dietro di sé domande senza risposta e un dolore incolmabile per i famigliari.
Questa situazione di sospensione ha inevitabilmente influenzato la vita di Al Bano, Romina e dell’intera famiglia, testimoniando come il trauma di una scomparsa possa avere un impatto duraturo e profondo.