La Spagna scommette sulle carceri miste

In Spagna, circa 20 moduli penitenziari sono misti, ospitando sia uomini che donne. Questo esperimento, iniziato circa vent’anni fa, è sostenuto dal governo di sinistra di Pedro Sánchez, che ritiene che la convivenza tra i generi possa favorire il reinserimento sociale dei detenuti.

Nel carcere di Teixeiro, in Galizia, Ambra, una detenuta albanese di 25 anni, si prepara a giocare a calcio con gli uomini. È l’unica donna nel modulo, ma non si sente a disagio. Anzi, crede che la convivenza sia importante per imparare a relazionarsi con gli altri. Ai giornalisti dell’AFP dice: “Perché il carcere dovrebbe essere l’unico posto senza spazi misti?”, si chiede Ambra. “Dopotutto, è qui che dobbiamo imparare a vivere insieme, se vogliamo reinserirci nella società”.

In questo modulo, uomini e donne condividono attività quotidiane, formazione, terapie di gruppo e lavoro congiunto. Le loro celle sono nello stesso corridoio.

Cristina, un’altra detenuta, cucina con uomini e donne, che poi mangiano insieme. Helga si allena nella sala pesi con gli uomini. I benefici delle carceri miste per il reinserimento sociale sono ancora oggetto di dibattito. Tuttavia, l’esperienza spagnola suggerisce che la convivenza tra uomini e donne in carcere può essere un’opportunità per i detenuti di imparare a relazionarsi con gli altri e di prepararsi alla vita in libertà.

Nadia Arias, vicedirettrice del carcere di Teixeiro sottolinea che “non ha senso prepararsi alla vita in libertà con solo la metà della popolazione”. Nei moduli misti, infatti, si assiste a una “normalizzazione della convivenza tra uomini e donne”. L’obiettivo di questo esperimento è quello di garantire che le donne private della libertà, che sono molto meno numerose rispetto agli uomini, “possano accedere agli stessi servizi” e che si possano “individuare i loro bisogni specifici”.

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