Il faccendiere russo è evaso lo scorso marzo da Basiglio poco prima dell’estradizione dall’Italia. Intanto, i Carabinieri hanno identificato i 5 fiancheggiatori che ne hanno agevolato la fuga.
Il Dipartimento di Stato americano ha messo una taglia di 7 milioni di dollari per la cattura Artem Aleksandrovich Uss, il figlio di un politico russo molto vicino al Cremlino fuggito a marzo dall’Italia all’indomani del via libera all’estradizione verso gli Stati Uniti.
Il 19 ottobre 2022 il gran giuri’ federale nel distretto orientale di New York aveva emesso nei confronti di Uss e altri sei coimputati 12 capi di imputazione. Uss, in particolare, è accusato di associazione a delinquere, frode bancaria e riciclaggio per l’esportazione illegale di milioni di dollari in prodotti militari e tecnologie sensibili a duplice uso dagli Stati Uniti alla Russia e di petrolio dal Venezuela.
Uss avrebbe orchestrato un’operazione transnazionale di frode, contrabbando e riciclaggio di denaro in parte attraverso la Nord-Deutsche Industrieanlagenbau, una società privata di commercio di attrezzature industriali e materie prime con sede ad Amburgo, in Germania.
Come riferisce l’Agi i Carabinieri di Milano con Eurojust e le autorità americane stanno eseguendo un‘ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Milano Anna Magelli nei confronti di Artem Uss e dei presunti cinque fiancheggiatori che lo avrebbero aiutato a scappare lo scorso 22 marzo da Basiglio, in cui era agli arresti domiciliari. È stata un’evasione pianificata e messa in atto in atto in “quattro fasi” hanno ricostruito i carabinieri del nucleo investigativo di Milano, coordinati dal pm Giovanni Tarzia, nei cinque mesi e mezzo di indagini che hanno portato la gip Anna Magelli ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare per Uss e per il commando di cinque uomini che lo avrebbe aiutato a fuggire dall’Italia in Russia.
Quattro fasi, appunto, iniziate con sopralluoghi preliminari a Cascina Vione a Basiglio, dove Uss era agli arresti domiciliari, il prelievo del 22 marzo con una Fiat Bravo, l’accompagnamento alla frontiera di Gorizia, dove ha passato il confine con la Slovenia, per poi proseguire il viaggio verso la Russia.
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