Mentre il CEO di Meta che controlla Facebook, Instagram e Whatsapp continua a servirsi di un gruppo speciale di coordinamento che modera ogni genere di contenuto legato al conflitto israelo-palestinese c’è chi ha scelto la musica per diffondere con delicatezza un messaggio che possa favorire il dialogo e la pace. Non stiamo parlando di Bruno Mars, Madonna, Justine Bibier o degli U2 bensì di due artisti italiani che hanno lasciato da parte tutti i commenti con risvolti politici per lavorare fianco a fianco a un progetto che metta in primo piano il grande dramma dei bambini, innocenti, coinvolti in questa assurda guerra.
Marco Galli e Massimo Germini hanno composto e musicato “Da questa parte del muro”, una canzone piena di dolcezza e di dolore nella quale i protagonisti sono proprio due bambini che cercano di sopravvivere alle bombe e al massacro giocando a pallone.
Da questa parte del muro
Abbiamo chiesto a Marco Galli, autore, compositore e chitarrista di raccontarci cosa ha ispirato Da questa parte del muro, una poesia, più che un testo, accompagnata dalle note di Massimo Germini, chitarrista, cantautore con una ricca storia di collaborazioni fra le quali, quella con Roberto Vecchioni. “Sono incappato in una foto comparsa su un social” racconta Galli “c’erano due ragazzi fotografati di spalle che camminavano in mezzo alle macerie causate dalle bombe. Impossibile sapere dove stessero andando ma ho immaginato che stessero cercando di farsi coraggio e percorre insieme una strada che li portasse alla pace e alla libertà”. “In quell’immagine ho trovato un raggio di luce” prosegue il compositore “e quella luce si è trasformata in parole in pochi minuti. Di getto”.
E a colpire, come un pugno nello stomaco, sono sia le parole che le note, piene di dolore ma anche di speranza, piene di disperazione ma mai di rabbia. Piene di sogni innocenti, piene di futuro. L’immagine inizialmente proposta è quella di un pallone, bucato dai proiettili a cui fa seguito la fantasia di questi due giovani di poter giocare per le strade dipingendo sul muro i pali della porta. C’è il fischio di un arbitro al posto di quello delle sirene anti-missile. C’è la voglia di divertirsi, la voglia di vivere. Poi c’è la merenda ma anche la paura di essere uccisi e la necessità di sdraiarsi immobili a terra, fingersi morti per sopravvivere alla ferocia umana. Fingersi morti, sì, per concedersi l’illusione di sopravvivere alle bombe, ai fucili e non far morire i propri sogni.
La collaborazione con Massimo Germini
Marco Galli ci ha spiegato come è nata la collaborazione artistica con Massimo Germini. “Sempre mentre scrivevo di getto le parole di Da questa parte del muro, ho realizzato che il mio testo aveva bisogno di un’interpretazione e di una musica autorevole, di spessore non solo artistico ma anche umano. Solido e schietto. Allora ho bussato alla porta del maestro Germini che ha accolto il mio invito e si è immediatamente dedicato alla composizione musicale conferendo alle mie parole l’atmosfera che avevo proprio immaginato”. Galli ha poi aggiunto: “Quando il nylon della sua chitarra si è intrecciato alla sua voce mi sono letteralmente commosso”.
Da questa parte del muro si può ascoltare a questo link