Il 33° Vertice della Fondazione Caponnetto è stato particolare, ed a detta di molti dei presenti, il più concreto e propositivo degli ultimi 10-15 anni.
Il titolo d’altronde prometteva bene: “Cosa serve alla lotta alla mafia”. È uscito fuori un quadro di cosa oggi è la mafia 4.0, la sua arcaicità mista alla sua modernità. Moderna nell’uso delle nuove tecnologie, di trasferimento capitali, di acquisizioni per riciclare, di capacità di hackeraggio, nel trovare nuovi traffici. Arcaica nei riti che permangono e nella capacità militare.
È emerso che nella mafia 4.0 i clan più forti si federano tra loro per espandersi meglio e che le classifiche per vedere chi è la mafia più forte non servono a nulla.
È emerso che il doppio binario normativo, ossia per i neofiti le norme antimafia, son fondamentali per il contrasto ed andrebbero rafforzate ed estese a livello europeo.
È emerso che va spiegato alla classe dirigente europea, politica, sociale e giudiziaria che la mafia è la negazione dei diritti civili, non le norme che la contrastano.
È emerso che serve una maggiore specializzazione nel contrasto al fenomeno della mafia 4.0 soprattutto nei settori in cui si è maggiormente in ritardo.
Praticamente l’antimafia moderna non deve inseguire la mafia colpendola il giorno dopo, ma analizzarla e colpirla possibilmente il giorno prima.
Devo dire che per la prima volta, vista la qualità degli interventi di chi ha partecipato, la sensazione è che il 33° vertice antimafia abbia in qualche modo dato la linea da seguire, e vi assicuro non è poco.
P.S. La qualità e i resoconti degli interventi verranno caricati nei prossimi giorni sul sito www.antoninocaponnetto.it