In effetti questa è la domanda che tanti tifosi interisti si stanno ponendo in questo momento, visto che il rifinanziamento del prestito concesso da Oaktree nel maggio 2021, a dispetto dei desiderata del Presidente nerazzurro (che, secondo quanto riportato nei giorni scorsi dalla gazzetta dello sport, mirerebbe a rifinanziare ad un tasso ragionevole), sembra essere soltanto un bel miraggio (sia per l’entità del capitale, sia per i tassi elevati che non accennano al momento a diminuire, sia per gli importanti impegni economico/finanziari che attendono il club di Viale della Liberazione nei prossimi anni).
A tal proposito, va ricordato che mancano poco più di sei mesi alla scadenza del suindicato prestito ed Oaktree non sembra proprio avere alcuna intenzione di concedere il sospirato rifinanziamento a Suning.
Prova di ciò ne è il fatto, riportato da alcune autorevoli testate giornalistiche, secondo cui il numero uno nerazzurro avrebbe dato mandato alla banca di famiglia, Goldman Sachs, di trovare un “Credit Fund” disposto a fare credito a Suning in alternativa ad Oaktree. Ad oggi, però, nulla di tutto ciò è ancora accaduto e obiettivamente appare sempre più difficile che possa accadere. Come abbiamo più volte sostenuto, l’opzione più concreta che avrebbe potuto praticare Suning sarebbe stata quella della vendita del club nerazzurro.
Tornando alla domanda che ci siamo posti inizialmente, cerchiamo allora di comprendere le ragioni per le quali Suning non ha ancora dato corso alla cessione. A nostro avviso, la chiave per spiegarne la ragione sta nell’ammontare dei debiti e degli impegni finanziari che il gruppo di Nanchino ha contratto con riferimento all’Inter (sua controllata) e che, come subito vedremo, vanno ad incidere sul prezzo di vendita. In primo luogo, ci riferiamo al debito nei confronti di Oaktree che al 20 maggio 2024 (data di scadenza del prestito) ammonterà a 383 milioni di euro.
Dobbiamo poi considerare il debito proprio dell’Inter (che ricade pur sempre in capo al gruppo di Nanchino): segnatamente il bond emesso da Intermedia and Communication nel febbraio del 2022 (di durata quinquennale) ammontante a 415 milioni di euro, nonché le perdite degli esercizi finanziari 2020/2021 e 2021/2022 che andranno ripianate entro il 2027 (grazie alla normativa anticovid) pari a 342 milioni di euro. L’ammontare complessivo dei menzionati debiti ed impegni finanziari pendenti su Suning con riguardo all’Inter ammonta, quindi, ad 1 miliardo e 140 milioni di euro.
Considerando che un eventuale acquirente, nel formulare l’offerta d’acquisto, non può non tenere conto dei debiti del club nerazzurro (non di quelli che ha Suning verso Oaktree) ciò significa che, dal valore complessivo attribuito alla società meneghina, il detto acquirente andrà a decurtare i suddetti debiti facenti capo all’asset da acquisire.
In sostanza, qualsivoglia soggetto o fondo interessato all’acquisto dell’Inter andrà a decurtare dalla valutazione complessiva del club quei 757 milioni di euro di debiti/impegni finanziari di cui dovrà farsi carico una volta acquisita la titolarità della società (ovvero i 415 del bond ed i 342 delle perdite posticipate al 2027).
Se, come sembra, i fondi (mediorientali ed americani) che avrebbero fin qui aperto un dialogo con Zhang per l’acquisto del club nerazzurro non si sono spinti al di là di una valutazione di 1 miliardo di euro, risulta chiara la ragione per cui la famiglia Zhang avrebbe rispedito al mittente tutte le relative offerte.
È ovvio, infatti, che con una valutazione di 1 miliardo di euro, Zhang intascherebbe, al netto di quei 757 milioni di euro di debiti/impegni finanziari, appena 243 milioni.
Essendo tale importo del tutto insufficiente a saldare il debito nei confronti di Oaktree, pare evidente che Zhang non possa avallare un’operazione del genere in quanto resterebbe pur sempre debitore del fondo californiano (che andrebbe comunque saldato integralmente entro il 20/05/24).
A questo punto appare chiaro che per poter definire le sue pendenze con Oaktree, Zhang ha la stringente necessità di ottenere, da parte dell’acquirente, una valutazione del club che comprenda tutti i suddetti debiti di Suning (quindi quel miliardo e 140 milioni di euro di di cui sopra).
In tal modo eviterebbe, infatti, l’escussione del pegno da parte del fondo americano. Tuttavia, diverse testate hanno riportato che Zhang abbia stimato il valore del club nella misura di 1 miliardo e 300 milioni di euro. Viste le difficoltà degli acquirenti ad arrivare ad una valutazione di un miliardo di euro, a prima vista può sembrare strano che la famiglia Zhang si spinga fino alla suddetta stima di 1,3 miliardi di euro. A ben guardare, però, anche in tal caso se ne può comprendere la ragione.
Non va dimenticato, infatti, che nella controllante lussemburghese (Grand Tower sarl) residuano, ad oggi, circa 125 milioni di euro del prestito erogato da Oaktree. Orbene, nel caso di passaggio della proprietà ad Oaktree (e sempre che da qui a maggio 2024 non si debba iniettare altro capitale nell’Inter) tale somma potrebbe essere fatta propria da Suning. In sostanza, se oggi avvenisse il passaggio di proprietà in favore del fondo americano, sarebbe come se, di fatto, il club venisse valutato 1 miliardo e 265 milioni.
Ecco quindi spiegato perché a Zhang non conviene scendere al di sotto di una valutazione che si attesti all’incirca sul miliardo e trecento milioni di euro e conseguentemente perché ha rifiutato tutte le offerte che sembrano essergli arrivate al di sotto di tale cifra.Stando così le cose, cosa potrebbe allora succedere da oggi a maggio 2024?Posto che nessun acquirente pare al momento disposto ad arrivare alla stima fatta da Zhang, la soluzione più logica sembra poter essere quella di un raggiungimento di un accordo bonario tra Suning ed Oaktree per il passaggio anticipato della proprietà del club nerazzurro a tale fondo.Ciò consentirebbe a Suning di evitare l’escussione del pegno e di “portare a casa” qualcosa.
D’altronde, ponendosi dal punto di vista di un ipotetico acquirente dell’Inter, non avrebbe molto senso per costui accontentare Zhang nell’approssimarsi della scadenza del prestito erogato da Oaktree, state che, trattando direttamente con il fondo in questione, esso acquirente potrebbe ottenere una stima del club meneghino certamente più bassa (per Oaktree sarebbe infatti sufficiente che l’Inter venisse valutata all’incirca 1 miliardo e 140 milioni, importo pari ai debiti del club – 757 milioni – oltre i 383 che avrebbe dovuto incassare dal prestito fatto a Suning).
Tale scenario (ovvero un accordo bonario tra Suning e Oaktree ante scadenza del pegno) potrebbe essere quindi il più plausibile, con il fondo californiano che (come ventilato da Carlo Festa del Sole24Ore) potrebbe già aver trovato un potenziale acquirente per la società milanese. Infine, come abbiamo più volte sottolineato, non si può tuttavia escludere che il fondo in questione possa mantenere, per un certo periodo di tempo, il controllo del club nerazzurro per poi rivenderlo dopo averne risanato definitivamente i conti ed avviato concretamente il progetto stadio in modo da poterne ricavare un maggior profitto.
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