Questa mattina la Spagna si sveglia sconvolta: l’alluvione che ha colpito il paese nelle ultime ore ha portato via almeno 95 vite, in una catastrofe senza precedenti dagli anni ’70. Valencia, epicentro della tragedia, piange 92 vittime, con altre sparse tra Andalusia e Castilla-La Mancha. Per una nazione che ha già affrontato significative sfide naturali, la tempesta DANA (Depresión Aislada en Niveles Altos, ossia depressione isolata in alta quota) rappresenta la più grave “gota fría” del secolo — termine spagnolo per ciclone mediterraneo (una “goccia fredda”), come definito da El País.
È un’immagine straziante quella che si presenta oggi agli occhi del mondo: strade che ieri pullulavano di vita sono ora coperte da fango e detriti. Il paesaggio urbano è irriconoscibile, e migliaia di persone sono senza elettricità, in un blackout che aggiunge ulteriore disperazione a chi già si trova a fare i conti con la perdita di casa e affetti. Molte strade rimangono inaccessibili, sommerse o distrutte, mentre il servizio ferroviario tra Madrid e la Comunità Valenciana è sospeso.
Le squadre di soccorso, costituite da un migliaio di soldati dell’Unità Militare di Emergenza, insieme a guardie civili, vigili del fuoco e polizia, stanno lottando contro il tempo per trovare eventuali sopravvissuti. La ministra della Difesa, Margarita Robles, intervistata da Cadena Ser, ha dichiarato che unità specializzate stanno cercando tra fango e detriti con l’aiuto di cani da ricerca, ma “purtroppo non siamo ottimisti,” ha ammesso. Per affrontare l’emergenza, sono stati allestiti cinquanta obitori mobili, un’immagine che rispecchia l’enormità del dramma.
In molte zone della provincia di Valencia, come Massanassa, il bilancio è devastante. Qui il sindaco Francisco Comes ha descritto una scena da incubo: “Almeno una decina di persone hanno perso la vita quando il barranco ha rotto gli argini, travolgendo case e auto.” Le testimonianze degli abitanti sono di una sofferenza indescrivibile, come quella di un residente di Valencia che ha passato la notte su un tetto, con la speranza che i soccorsi arrivassero in tempo: “Non si riesce a comprendere l’orrore di quelle ore.”
In risposta alla tragedia, il presidente Pedro Sánchez ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, e sono stati stanziati fondi immediati per le zone colpite, incluse Valencia e Andalusia. Sánchez, recandosi sul luogo del disastro accompagnato dal presidente della Generalitat Valenciana Carlos Mazón, ha voluto portare sostegno e solidarietà alle comunità locali. Con parole decise ha dichiarato: “Ogni risorsa possibile sarà destinata a salvare vite e a ricostruire le aree devastate.”
Mentre la Spagna cerca di superare la tragedia, il maltempo provocato dal ciclone DANA non si è ancora fermato. Il nord-est del paese, con le province di Castellón e Tarragona, è ora sotto allerta arancione, mentre il sud-ovest, incluse le aree di Cadice e Huelva, è in allerta gialla. In Andalusia, la situazione è critica: oltre 1.300 incidenti sono stati segnalati, e più di 115.000 persone sono senza elettricità, isolando ancora di più le comunità già duramente provate.
Questa tempesta ha lasciato il paese in uno stato di choc e di lutto. Famiglie, amici e conoscenti si ritrovano ora a piangere le vite strappate dalla furia della natura, in un silenzio che accomuna tutti gli spagnoli in una tragica solidarietà.