In questo periodo dell’anno è opportuno non smarrire il senso di magia. Lo spirito Natalizio, che piaccia o no, è parte della vita molto più di qualsiasi virus, anche se molto di tendenza. Tra qualche anno non si parlerà più di mascherine e di dpcm ma si continuerà ad attendere la fine di dicembre con grande impazienza. Per evitare di perdere le ottime abitudini e non farsi fagocitare dalla tristezza un film rimane la medicina per eccellenza. Provvisoriamente lontani dalle sale è ancora possibile concedere una visione, che sia la prima o la centesima, ai film che hanno indissolubilmente segnato le vite a cavallo tra la vigilia e capodanno. Senza fare classifiche è il caso di proporre cinque titoli, molto diversi tra loro, da consumare in solitudine o “strettissima” compagnia.
2046 Wong Kar-wai 2004
Parlare di film natalizio sarebbe riduttivo, siamo alla presenza di un film totale. Nella Singapore del 1966 uno scrittore prova mettere insieme la malinconia di cui è pervasa la vita. Il 2046 è uno stile di vita che l’uomo rimpiange avendolo solo incrociato. La vigilia di Natale è rappresentata come pretesto per condividere momenti di dubbio. Il protagonista invita a cena una donna verso cui non nutre il minimo sentimento per confrontarsi, davanti a un piatto caldo, sulle emozioni perse. Un dicembre evocato e una riflessione sulla solitudine di sentimenti che hanno mancato le misure è alla base di questo capolavoro. La visione per riflettere e identificarsi è terapeutica ed essenziale.
La vita è meravigliosa Frank Capra 1946
Forse la rappresentazione per eccellenza del Natale. Come in Scrooge il capolavoro di Capra riesce a creare l’atmosfera che dovrebbe accompagnare chiunque durante le feste. Eroe di guerra nel Midwest viene raggirato dall’aguzzino di turno arrivando a meditare il suicidio. Durante una notte particolare rifletterà, rivivendola, su quanto la sua presenza sia stata fondamentale per un’intera comunità. Una visione semplicistica potrebbe definire il film stucchevole e pervaso di buoni sentimenti, non è così. Il protagonista arriva a una presa di coscienza attraverso un viaggio nella perdita assoluta di quella speranza che lo aveva sempre contraddistinto.
Smoke Wayne Wang e Paul Auster 1995
Delizioso ritratto di una New York dove il tempo sembra essersi fermato. Il proprietario di una tabaccheria e uno scrittore in crisi dissertano sulla vita e sui sentimenti: Le conversazioni si svolgono comunemente nel negozio e hanno come guest star il mondo. Ai due amici si associano individui di ogni genere che rendono testimonianza di quanto vivere sia meravigliosamente impossibile. Il Natale è evocato in un racconto che vede il tabaccaio assaporare il miglior 24 dicembre di sempre durante un pranzo improbabile. Da vedere per essere certi di respirare ancora.
Racconto di Natale Arnaud Desplechin 2008
Tre giorni e tre notti dove una famiglia s’incontra per festeggiare il Natale. In una villa, nella campagna francese, quattro generazioni si mostrano e si confrontano. Il film è un esempio di come l’onestà intellettuale sia la vera stella polare e di come i sentimenti abbiano un valore assoluto anche quando assenti. Dialoghi privi di autocompiacimento accompagnano lo spettatore nella medesima riflessione dei protagonisti. Consolidare le proprie perplessità per andare avanti a rispettarsi è un regalo di Natale assoluto. Una visione da accompagnare a un bicchiere di serenità interiore , possibilmente rosso.
Fanny e Alexander Ingmar Bergman 1982
Nella notte di Natale del 1907 due bambini sorvegliano come appare una famiglia borghese durante le festività. Le storie di tutti i membri sono analizzate attraverso la mente di Fanny e Alexander rendendo allo spettatore un pezzo della Svezia d’inizio secolo. I molteplici personaggi si muovono in una realtà fatta di ricordi e di poesie passate. Un sogno cui i due piccoli provano a dare forma fino a reinterpretare tutto. Le passioni sottili e le frustraizoni pesanti fanno da contorno a questa celebrazione maestosa della nostalgia. La vicenda comincia volutamente a Natale e si sviluppa secondo un impianto caro al regista, alternando una sceneggiatura riflessiva a una regia in grado di mostrare la normalità dei fasti. Un film essenziale per lasciarsi cullare pensando a quello che non si è ancora